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Alix

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Con Mondadori Comics arriva “Alix”, la serie creata da Jaques Martin nel 1948, in edizione cartonata deluxe. A partire da mercoledì 16 Settembre, con periodicità settimanale, in volumi di grande formato 21 x 28 cm, con una storia originale per ogni volume. È l’edizione definitiva e in gran parte inedita in Italia per il capolavoro della “linea chiara” di scuola franco-belga, imprescindibile per tutti gli appassionati del fumetto storico-avventuroso. Il protagonista è Alix – giovane gallo che diventa figlio adottivo di un ricco romano amico di Giulio Cesare. Alix, dotato di un coraggio esemplare vive incredibili avventure accompagnato dall’amico Enak. I due viaggiano per il mondo antico, dalla Gallia alla Cina, passando per l'Africa e la Mesopotamia, sciogliendo complessi intrighi in un mondo in cui la raffinatezza delle arti si mescolava con la furia delle battaglie. Le storie di Alix sono ambientate nel periodo tra le Guerre Galliche e la Guerra Civile tra Cesare e Pompeo. Ogni volume conterrà un episodio originale. Il primo volume verrà proposto ad un eccezionale prezzo di lancio di 2,90 €, i successivi volumi a 6,90 €.

I primi tre titoli in uscita a Settembre 2015 sono i seguenti

[gallery link="file" size="medium" ids="7463,7464,7465"] Nel primo volume dal titolo “La tomba etrusca”, che sarà disponibile dal 16 Settembre, ci troviamo a Roma, la guerra civile tra Cesare e Pompeo insanguina L'italia. Il conquistatore della Galia teme per la vita di suo nipote Ottavio e chiede al fedele Alix di scortarlo nella capitale. Con loro ci sono l'egizio Enak, amico fraterno di Alix e Lidia sorella di Ottavio. I quattro, però, non possono esimersi dall'intervenire quando scoprono una fattoria nei pressi di Tarquinia attaccata e messa a fuoco dagli incappucciati seguaci di Moloch-Baal. Cosa nasconde questo culto sanguinario che ha le sue origini nella gloriosa civiltà etrusca? Il secondo volume è “Il figlio di Spartaco”, che arriverà il 23 Settembre, la storia narra che il solo nome di Spartaco suscita negli animi dei romani i peggiori incubi. È anche un nome che ispira speranza e sentimenti di vendetta in qualunque schiavo o servo della lupa capitolina. Quando giunge al senato romano l'incredibile notizia dell'esistenza di un figlio del guerriero tracio, Spartacolo, Alix e Enak devono condurlo oltre le alpi per salvargli la vita. Ma Pompeo ha posto una taglia sulla testa del ragazzo e vuole usarlo nella sua guerra personale contro Cesare. Ma è veramente il figlio di Spartaco? Solo Gaia, la madre di Spartacolo, conosce la verità. Mentre nel terzo volume in uscita il 30 Settembre, dal titolo: “Il principe del Nilo” incontreremo il principe Harakes Menkhara che non ha eredi e teme che alla sua morte il regno di Sakhara diventi polvere come la sabbia del deserto egiziano. Tramite i sacerdoti del culto di Iside fa cercare ovunque un parente, finché a Roma viene scoperto un lontano cugino: Enak. Con tutti gli onori il ragazzo viene invitato in Egitto, insieme all'amico Alix e lì scoprono di essere delle semplici pedine in un gioco politico più grande, che prevede addirittura l'assassinio di Cesare per evitare l'invasione del paese del Nilo.
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Historica: Fouché, la Rivoluzione Francese raccontata a fumetti

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Tre anni fa è stata inaugurata con l’obiettivo di diventare l’ammiraglia di Mondadori Comics, come la collana che col suo formidabile rapporto qualità-quantità-prezzo e la sua esclusiva miscela di contenuti – una pregnante presentazione letteraria volta a introdurre storie a fumetti appassionanti e di spessore – avrebbe dovuto farsi portavoce di un’intera filosofia editoriale. E “Historica” ha mantenuto tutte le aspettative, imponendosi come una delle più longeve serie cartonate da edicola e libreria dedicate alla narrativa disegnata e aprendo la strada a un nuovo tipo di format oggi studiato e imitato da altre realtà editoriali. “Historica” ci ha consentito di attraversare il tempo e le latitudini, trasportandoci all’epoca di Cesare e dell’Impero Romano; mostrandoci le imprese di leggendari condottieri asiatici come Attila e Gengis Khan; restituendoci le inquietudini dell’immaginario medievale, sospeso tra crudezza e slanci mistici; rendendoci partecipi delle tragedie della Prima e della Seconda Guerra Mondiale; svelandoci gli oscuri segreti delle corti francesi; catapultandoci nell’Età napoleonica e sui suoi molteplici teatri di battaglia; proseguendo nei secoli fino a toccare i giorni nostri, coi suoi complessi e, per forza di cose, solo in parte decifrabili scenari geopolitici. Paradossalmente all’appello mancava ancora una storia che fosse ambientata durante gli eventi eclatanti della Rivoluzione Francese. Con Il ferro e il fuoco: Borghesia e nobiltà di Éric e Jean-Marc Stalner (proposto proprio il mese scorso, nella sua interezza, sul numero 34 di “Historica”) avevamo avuto la possibilità di assistere alle sue tarde conseguenze, con la borghesia che, a metà del XIX secolo, sotto il regno di Napoleone III, aveva ormai rinnovato il tessuto politico ed economico della Francia, ponendosi definitivamente al vertice della scala sociale. [caption id="attachment_7486" align="alignright" width="200"]0 Max Bunker[/caption]   Una delle migliori narrazioni a fumetti incentrate sulle vicende che, a partire dal 1789, fecero tremare l’impero transalpino sovvertendone i plurisecolari assetti, restava quella concepita più di quattro decenni fa dallo sceneggiatore Luciano Secchi/Max Bunker – creatore di personaggi di culto come Kriminal, Satanik, Maxmagnus, Alan Ford, Gesebel, Maschera Nera, ecc. – e dal disegnatore Paolo Piffarerio, venuto tristemente a mancare il 30 giugno di quest’anno.
[caption id="attachment_7485" align="alignleft" width="247"]00 Paolo Piffarerio[/caption] E siccome, a leggerla con gli occhi di oggi, Fouché: Un uomo nella rivoluzione – questo il titolo del graphic novel – si è rivelata ancora fresca e agile, viva e per nulla pedante, nonostante l’abbondante parte testuale e la cospicua dose di informazioni, dati storici e di costume sui quali si basa, abbiamo deciso di riproporla senza dubbio alcuno, in una nuova veste grafica, sul trentacinquesimo numero di “Historica”, disponibile, a partire da venerdì scorso, nelle edicole, nelle librerie, nelle fumetterie e negli store online. [caption id="attachment_7487" align="alignright" width="224"]1 Joseph Fouché in un ritratto ottocentesco[/caption] Il personaggio storico che dà il titolo all’opera – Joseph Fouché, deputato dell’Assemblea Costituente rivoluzionaria e futuro braccio destro di Napoleone Bonaparte – riveste, di fatto, un ruolo marginale nella rievocazione di Bunker e Piffarerio. La sua figura appare, piuttosto, come quella di un attendista animato da una solida dose di furbizia e opportunismo che resta a osservare l’evolversi degli eventi alla ricerca del varco e del momento adatto per inserirsi all’interno del gioco e guidarlo con crudele determinazione. Fouché avrebbe, infatti, appoggiato e sovvenzionato l’amico Maximiliene de Robespierre, senza esitare, qualche anno più tardi, a tradirlo, organizzando la sua defenestrazione politica e la sua condanna a morte. In seguito, nel 1799, avrebbe ricevuto dal Direttorio la nomina di Ministro della Polizia, carica che – vista la moderna efficacia dimostrata nel controllo e nella repressione dei dissidenti – gli sarebbe stata confermata da Napoleone. Ma anche il grande condottiero francese avrebbe patito le conseguenze delle macchinazioni di Fouché, finalizzate a cavalcare l’onda affidandosi, di volta in volta, ai venti più propizi. [gallery link="file" size="medium" ids="7496,7497,7498"] Fouché: Un uomo nella rivoluzione non si spinge, tuttavia, così avanti. Si concentra – con una straordinaria attenzione ai dettagli d’epoca, un’approfondita analisi dei caratteri individuali e una certosina ricostruzione delle relazioni interpersonali – sui primi mesi della Rivoluzione Francese evidenziandone le cause e ripercorrendola fino al trasferimento forzato del sovrano Luigi XVI e della vituperata consorte Maria Antonietta dalla reggia di Versailles al palazzo parigino delle Tuileries. Ben prima, quindi, dell’instaurazione del Terrore e della proclamazione della repubblica. [gallery link="file" size="medium" ids="7499,7500,7501"] Fouché: Un uomo nella rivoluzione venne originariamente pubblicato nel 1973, in bianco e nero, sulle pagine di “Eureka”, rivista prodotta dall’Editoriale Corno e diretta dallo stesso Luciano Secchi, che fin dalla seconda metà degli anni Settanta si era imposta col suo sanguigno entertainment a fumetti e le sue viscerali prese di posizione socio-politiche. [gallery link="file" size="medium" ids="7490,7491,7492"] Pertanto la storia di Bunker e Piffarerio – le cui tavole nell’attuale edizione targata Mondadori Comics sono impreziosite per la prima volta da un’efficace tavolozza tendente al monocromatico – si inseriva alla perfezione nel dibattito culturale di quegli anni, andando a scandagliare le ragioni storiche dell’ascesa della borghesia e della sua conquista del potere. E questo in un’epoca in cui i movimenti operai e studenteschi del Sessantotto scendevano in piazza proprio per proclamare la necessità di abbattere le fondamenta delle nazioni costruite sull’affermazione delle ideologie borghesi. [gallery link="file" columns="2" size="medium" ids="7488,7494"] [gallery link="file" columns="2" size="medium" ids="7489,7495"]

Confronto tra tavole di Piffarerio in b/n e colorate da Chiara Bonacini

In Fouché: Un uomo nella rivoluzione, a una nobiltà corrotta e incarognita non corrisponde, infatti, un Terzo Stato pervaso da altruismo e alte idealità, così come, fino a qualche lustro fa, veniva spiegato agli studenti di ogni ordine e grado attraverso i sussidiari e i libri di storia. Al contrario, in anticipo su ogni forma di revisionismo, Bunker e Piffarerio non mancano mai di evidenziare gli egoismi e le aspirazioni personalistiche che si annidavano tra le menti ispiratrici di una classe sociale avviata, in ambito europeo e occidentale, verso la propria consacrazione. Un “peccato originale” col quale i grandi regimi democratici si sarebbero, presto o tardi, ritrovati a fare i conti, patendone il volto più bieco e marcescente. Ma, al di là delle tematiche storiche e narrative che propone, Fouché: Un uomo nella rivoluzione riveste un’altra importanza nell’economia di “Historica”: è il primo graphic novel della collana a non provenire dal mercato transalpino della cosiddetta bande dessinée. [gallery link="file" size="medium" ids="7502,7503,7504"] Anche se il progetto di “Historica” non era improntato solo ed esplicitamente sul materiale franco-belga, per definire il suo sommario di uscite avevamo, tuttavia, sempre attinto, senza eccezioni, a quello specifico serbatoio, potendo fare affidamento su una sterminata produzione ricca di titoli d’elevata ispirazione storiografica, assai spesso di fattura più che pregevole. Dunque da parte nostra non c’è mai stata una preclusione aprioristica verso altre scuole fumettistiche. Anzi, la nostra ricerca di opere di diversa provenienza geografica che potessero integrare il materiale d’Oltralpe, non ha mai conosciuto sosta. E se l’italianissima Fouché: Un uomo nella rivoluzione può essere considerata come un primo passo compiuto in tal senso, non mancheranno, a breve, altre sorprese che, ne siamo sicuri, incontreranno il vostro gradimento. Una di esse, per esempio, riguarda una serie regolare ambientata durante la Rivoluzione Americana, prodotta da una nota casa editrice d’Oltreoceano e firmata da uno sceneggiatore e da un disegnatore di chiara fama. Se siete curiosi di apprendere ulteriori dettagli, continuate a consultare e a seguire le informazioni e gli approfondimenti che continueremo a offrirvi sulle pagine virtuali del sito di Mondadori Comics.

Iron Man

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COPsuperfumetti_4“Chi, o cos’è, il più innovativo, mozzafiato, sensazionale super eroe di tutti i tempi?”, recita la copertina di Tales of Suspense 39, datata marzo 1963, che mostra, in una gabbia a quattro vignette inedita per una copertina a fumetti, una mano umana intenta a comporre l’armatura di un possente e spaventoso robot argentato. Con la collana Superfumetti in questo albo brossurato da 128 pagine tutte a colori vengono proposte le sei storie che rappresentano il meglio della produzione di Iron Man. Il volume contiene le riproduzioni delle copertine originali delle singole storie raccolte e colleziona storie che si snodano tra tre decenni (anni 60, 70 e 80) in modo da dare una visione completa di come è cambiato il personaggio nel corso degli anni. [gallery link="file" size="medium" ids="7475,7476,7477,7478,7479,7480"] Il segreto del successo di Iron Man, fin dall’inizio, è quell’alone di storia di spionaggio à la James Bond che contraddistingue le sue prime avventure. L’epoca d’altronde è quella giusta: siamo nei favolosi anni Sessanta, gli anni della competizione USA-URSS per la corsa allo spazio e alla tecnologia, gli anni della Guerra Fredda, del capitalismo e del comunismo, del boom economico e delle contraddizioni. Tutti questi elementi sono chiaramente riconoscibili nelle prime storie raccolte in questo volume, semplici e al tempo stesso ricchissime di quella magica e irripetibile atmosfera. Iron Man fin dagli anni Sessanta a più di cinquanta anni dalla sua prima apparizione è uno degli eroi più rappresentativi e contemporanei della Marvel. Il volume è disponibile dal 15 Settembre in edicola, libreria, fumetteria ed on line.

Le 6 Storie contenute nel volume

1. La dinamo cremisi colpisce ancora! 2. Se devo morire che sia almeno con onore 3. Quale prezzo per la vittoria? 4. L'inizio della fine! 5. Anche gli eroi muoiono! 6. Nemici intimi

Black Lord – Guerriero Tossico, tredicesimo volume della collana Prima

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Mondadori Comics presenta “Black Lord – Guerriero Tossico”, secondo e conclusivo volume di un nuovo della serie “Black Lord” di Guillaume Dorison e Jean Michel Ponzio. “Black Lord – Guerriero Tossico” sarà distribuito in prima edizione assoluta per l’Italia nelle edicole, fumetterie e librerie dal 18 Settembre 2015 al prezzo di € 9,99. “Black Lord – Guerriero Tossico” è il tredicesimo titolo della collana “PRIMA” di Mondadori Comics: un albo cartonato di 48 pagine, in formato 21 cm x 28 cm, a colori. Prima_13_BlackLord2_cover

La Storia

Una tuffo nel mondo vertiginoso della pirateria moderna Maxime Stern prepara un piano di collisione per salire sulla barca di Hassan dove è prigioniero Djad, pescatore somalo con cui Max ha un debito. Per liberare il suo amico, il francese ha bisogno del sostegno di Churchill, l'ex tenente Hassan. Per convincerlo, egli propone un patto…

Alix: un classico del fumetto franco-belga, un capolavoro della “Linea Chiara”

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[caption id="attachment_7558" align="alignleft" width="201"]1 Jacques Martin[/caption] Personaggio di culto del fumetto franco-belga, conosciuto e seguito da schiere di appassionati, modello incontrastato di intrattenimento intelligente e di cultura non pedante, oggetto di tesi di laurea e studi accademici, l’intrepido gallo-romano Alix è stato, paradossalmente, quasi sempre assente dagli scaffali delle edicole e delle librerie nostrane. Un eroe tanto prestigioso quanto ignorato al di qua delle Alpi, ma le cui avventure in traduzione italiana sono sempre state richieste, per decenni e a gran voce, da un manipolo di lettori irriducibili. Un vuoto incomprensibile – visto che le gesta di Alix rivestono un’importanza storica e culturale assai vicina a quella di classici della bande dessinée come Tintin, Asterix o Blake e Mortimer – che noi di Mondadori Comics abbiamo deciso di colmare in via definitiva, varando una collana integrale, cartonata, a colori, in formato album e con una foliazione oscillante tra le 48 e le 62 pagine. Un’opera che a partire da oggi proporrà, con un incalzante ritmo settimanale, ciascuno dei trentatrè episodi di cui si compone, al momento, la serie creata nel lontano 1948 dal cartoonist belga Jacques Martin. [gallery link="file" size="medium" ids="7564,7565,7566"] Il primo volume a raggiungere le edicole, le librerie, le fumetterie e gli store online nazionali – al prezzo di lancio di 2 euro e 90 e in parallelo al settimanale “Panorama” – sarà La tomba etrusca, uno degli episodi più noti e amati della saga, dove le capacità narrative e artistiche di Martin, giunte a piena maturità, danno il “la” a un mystery sui generis, denso di tensione e di colpi di scena. [gallery link="file" size="medium" ids="7567,7568,7569"] A seguire, tra sette giorni, al costo definitivo di 6 euro e 90, Il figlio di Spartaco, in cui Alix dovrà sfuggire a una macchinazione volta a eliminare un inconsapevole nemico dell’ormai vasta e potente Repubblica Romana. Il 30 settembre si renderà, poi, disponibile Il principe del Nilo, mix irresistibile di intrighi arcani e avventura mozzafiato. E di lì, ancora, altri graphic novel dai titoli evocativi: Le legioni perdute, Il Cavallo di Troia, Sacrificati al vulcano, La Torre di Babele, Lo spettro di Cartagine (vincitore, nel 1978, del primo premio al Festival di Angoulême come Miglior Opera di carattere realistico) e così via. Lo confessiamo, in redazione ci siamo invaghiti dell’idea di portare in Italia le storie classiche di Alix fin dal momento in cui scegliemmo di pubblicare – all’interno di “Prima”, la nostra collana dedicata alle novità assolute provenienti dal mondo della bande dessinée – la saga di Alix Senator, uno spin-off celebrativo e parzialmente revisionista che vede l’eroe dell’antichità romana, ormai cinquantenne, assurto al seggio di senatore mentre l’impero è retto da Ottaviano Augusto, suo amico di adolescenza e occasionale compagno di peripezie giovanili.
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La sceneggiatrice Valérie Mangin e l’illustratore Thierry Démarez – nell’elaborazione delle trame e nelle visualizzazioni dei personaggi e degli ambienti di Alix Senator – hanno saputo riproporre, con dedizione filologica e spirito postmoderno, alcuni concept consolidati di Martin, riuscendo a illuminarli sotto una luce nuova, più cruda e ancora più fedele alla realtà storica. Concept che rimandano direttamente proprio a storie come La tomba etrusca, Il principe del Nilo, Il figlio di Spartaco o Il bambino greco. Da qui, la nostra decisione – considerando anche l’interesse di pubblico e di critica riscosso dai tre volumi di Alix Senator finora editi – di riscoprire la fonte originale, con l’obiettivo di farla apprezzare anche ai nostri lettori, sempre più attratti dall’altissimo livello qualitativo assicurato, in ogni caso, dai capisaldi vintage del fumetto internazionale. [gallery link="file" size="medium" ids="7570,7571,7572"] Finirete, pertanto, proiettati anche voi in un periodo storico turbolento e cruciale per gli assetti dell’Occidente, quello dello scontro armato tra un Giulio Cesare in prepotente ascesa e il suo rivale Gneo Pompeo. In questo contesto vive Alix, biondo ragazzo di origini galliche adottato da un eminente patrizio alleato di Cesare. Accanto a lui, l’amico Enak, principe egiziano, col quale dovrà affrontare mille pericoli e minacce, attraversando l’Europa, toccando il Nord Africa e l’Asia Minore e giungendo fino in Cina, dove rimarrà stupefatto dinanzi alle meraviglie di una civiltà avanzatissima. Un’esperienza unica, quella di “Alix”, contraddistinta da caratteristiche grafiche, testuali e narrative che meritavano un’edizione a se stante, slegata da altre nostre collane, “Historica” in primis. [gallery link="file" size="medium" ids="7573,7574,7575"] Pur proponendo una ricostruzione certosina di usi, costumi ed eventi dell’antichità classica, infatti, le trame congegnate da Martin non sono ascrivibili allo spirito d’accuratezza su cui si fonda la nostra serie antologica dedicata ai graphic novel a sfondo storico. Questo perché le vicende di Alix sono spostate sul versante avventuroso e l’autore non rinuncia a prendersi decisive libertà narrative pur di preservare le sacre finalità dell’entertainment puro. Martin, del resto, nelle pieghe della storia si è sempre intrufolato con grande divertimento, salvo, poi, concedere ampi spazi collaterali alle ricostruzioni su base scientifica, prive di influssi fantasiosi. [caption id="attachment_7559" align="aligncenter" width="640"]2 Gli eroi storici di Jacques Martin © Eredi Martin e aventi diritto[/caption] Oltre che Alix, il suo personaggio più famoso e inossidabile, l’artista originario di Strasburgo ha difatti creato altre figure, tutte di giovanissima età, proiettate in altri luoghi del tempo e dello spazio: Jhen Roque, maestro scultore che si muove nella Francia della Guerra dei Cent’anni; Orion, avventuriero dell’antica Grecia; Keos, consigliere del faraone nell’Egitto delle piramidi; Loïs, un pittore che dalla corte di Luigi XIV è costretto a partire per il Nuovo Mondo, e Arno Firenze, un musicista italiano che, al seguito di Napoleone Bonaparte, giunge sulle sponde del Nilo per indagare sui segreti custoditi dai millenari resti archeologici di quella regione. Senza dimenticare, comunque, le storie che vedono come protagonista il reporter Lefranc, d’ambientazione contemporanea e di genere fantastico, ma sempre improntate alla massima cura dei dettagli tecnologici e geopolitici. [gallery link="file" size="medium" ids="7560,7561,7562"]
Le cover di alcuni volumi della serie didattica "Les voyages d'Alix" © Eredi Martin e aventi diritto
  Parallelamente a questi cicli sono nati quindi degli spin-off didatticiLes voyages d’Alix, Les voyages d’Orion, Les voyages de Jhen, Les voyages de Loïs e Les voyages de Lefranc – che, in un florilegio di volumi riccamente illustrati, hanno approfondito, con l’ausilio di storici ed esperti di prim’ordine, temi e sfondi toccati da Martin all’interno delle sue saghe a fumetti. Il discorso su Alix e sul suo creatore è tuttavia piuttosto complesso. Per questo motivo torneremo a parlarne la prossima settimana, sempre sulle pagine del nostro blog, approfondendo, tra l’altro, la questione legata alla precisa cronologia degli album di cui la collana si compone. Un aspetto assai sentito e discusso dagli appassionati, che merita spiegazioni precise e circostanziate. Vi aspettiamo! E, nel frattempo, non mancate di farci pervenire le vostre opinioni sul primo volume di “Alix” attraverso la nostra pagina di Facebook oppure facendo riferimento al nostro account di Twitter. [caption id="attachment_7563" align="aligncenter" width="640"]6 L'acropoli di Atene nella ricostruzione immaginata da Martin nel volume "Les voyages d'Alix: Athènes" © Eredi Martin e aventi diritto[/caption]

Lupo Alberto

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Lupo Alberto ha saputo trascendere le barriere del fumetto per diventare un vero e proprio fenomeno di costume, parte integrante dell’immaginario collettivo tricolore: basti pensare ai numerosissimi volumi, alla longeva testata da edicola, al cartone animato, alla pubblicità e al merchandising di ogni tipo che lo vedono protagonista. Super-vol.-5-46 E naturalmente alle sue storie, all’insegna della massima libertà creativa: quella che, alla bisogna, ha permesso a Silver di includervi riferimenti alla cronaca quotidiana (la tragedia di Chernobyl, il passaggio della cometa di Halley, senza dimenticare le drammatiche tensioni sociopolitiche di fine anni 70 che, sono parole dell’autore, hanno ispirato la cruciale “saga di Uccello”) senza però che questo le facesse invecchiare di un solo giorno o ne sminuisse in alcun modo l’impatto comico. Super-vol.-5-128 Quelle che trovate raccolte nelle 128 pagine del volume che sarà disponibile dal 22 Settembre in edicola, libreria e fumetteria sono tavole risalenti al periodo 1974/1988, ma non dimostrano per niente i loro anni. Super-vol.-5-69 Del resto lo stesso Alberto, ormai splendido quarantenne, ha ancora la grinta di un giovanotto!

La terra dei vampiri, ventesimo volume della collana Fantastica

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Mondadori Comics presenta “La terra dei vampiri” di David Muñoz e Manuel Garcia in distribuzione nelle edicole, fumetterie e librerie dal 25 Settembre 2015. “La terra dei vampiri” è il ventesimo titolo della collana Fantastica di Mondadori Comics: un albo cartonato di 144 pagine, in formato 21 cm x 28 cm, a colori. “La terra dei vampiri” raccoglie in versione integrale i tre albi della serie “La Terre des vampires” pubblicati tra il 2013 e il 2014 da Les Humanoïdes Associés.

La Storia

All'improvviso il mondo gelò e il giorno divenne simile alla notte, nubi nere coprirono il cielo, bloccando i raggi del sole, e i vampiri uscirono dalle loro tane e si impadronirono della terra. Quattro bambini e una ragazza che veglia su di loro lottano per sopravvivere nella terra dei vampiri.

Alix: la storia editoriale e la cronologia narrativa

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Era il 16 settembre del 1948 quando sul numero 38 de “Le journal de Tintin” venne pubblicata la prima puntata di Alix l’intrepido, avventura d’esordio del biondo eroe gallo-romano ideato dall’allora ventiseienne cartoonist belga Jacques Martin. [gallery link="file" size="medium" ids="7580,7581,7582"] All’epoca il periodico a fumetti prodotto dalle Éditions du Lombard aveva come numi tutelari due connazionali di Martin: Georges Remi, al secolo Hergé, creatore del giovane giornalista e avventuriero che dava il titolo alla rivista, e Edgar P. Jacobs, che, dopo aver contribuito a lungo alla rifinitura grafica delle prime storie di Tintin, aveva deciso di dedicarsi in esclusiva alla realizzazione di opere proprie, avviando il fortunatissimo ciclo mystery di Blake e Mortimer. Hergé, Jacobs e Martin divennero così gli esponenti fondatori di quella che sarebbe stata conosciuta come “La scuola di Bruxelles”, antesignana della seminale tendenza artistica della bande dessinée destinata a divenire nota come Linea Chiara. [gallery link="file" columns="2" size="medium" ids="7583,7584"] Ad Alix l’intrepido – dove fa il suo ingresso in scena pure il greco Arbace, agente al servizio di Pompeo e primo arcinemico del protagonista – seguirono La sfinge d’oro (1949) – in cui Alix incontra per la prima volta il suo amico egiziano Enak – e L’isola maledetta (1951), con puntate che continuavano ad apparire con ritmo costante sulle pagine de “Le journal de Tintin”. Si tratta di storie avvincenti, che guardano ai feuilleton ottocenteschi di Alexandre Dumas, ma che, dal punto di vista del linguaggio fumettistico possono apparire oggi un po’ datate: le tavole sono strutturate su quattro strisce regolari e propongono tantissime vignette affastellate, le didascalie e i dialoghi sono preponderanti, le inquadrature peccano di staticità e di ripetitività, indugiando su angolazioni piuttosto fisse. [gallery link="file" size="medium" ids="7585,7586,7587"] Nulla da dire sulla forza dei personaggi e sulle belle trovate narrative – il cui fascino rimane inalterato – ma è indubbio che il lettore del XXI secolo, abituato ad altri ritmi e scansioni, potrebbe rimanere interdetto, qualora privo di opportuni strumenti cultuali e di decodifica, dinanzi a una sequenza di opere basate su un gusto ben diverso da quello attuale. Dopo circa tre anni di attesa, nel 1955, incominciò a essere serializzata La tiara di Oribal, quarta avventura di Alix, in cui Martin – che nel frattempo aveva inaugurato anche “Lefranc”, una serie d’ambientazione contemporanea – palesava una nettissima evoluzione nello stile e nella padronanza dello storytelling, una cura del dettaglio, un’attenzione certosina alla realtà storica destinate a crescere in maniera esponenziale negli episodi successivi. [gallery link="file" size="medium" ids="7588,7589,7590"] Le aumentate esigenze di documentazione, il lavoro sempre più accurato sui testi e sui disegni e – al contempo – l’avvio di un nuovo impegno professionale che lo avrebbe visto affiancare Hergé nello sviluppo grafico delle avventure di Tintin, condussero Martin a diluire ulteriormente le uscite della serie di Alix. La quinta e la sesta avventura, L’artiglio nero – ambientata in Nord Africa – e Le legioni perdute – incentrata su una violenta e sanguinosa sollevazione gallo-germanica contro le truppe di Giulio Cesare – vennero proposte al pubblico a cavallo tra il 1958 e il 1963, generando, tra l’altro, in Francia, numerose polemiche e censure. La prima venne, infatti, tacciata di veicolare una critica sotterranea alle ragioni politico-militari che avevano condotto alla coeva Guerra in Algeria, mentre la seconda fu accusata di diffondere – alla vigilia dei grandi moti di massa sociali e studenteschi che sarebbero culminati nel Sessantottomessaggi di odio e di violenza. [gallery link="file" size="medium" ids="7591,7592,7593"] La piena maturità concettuale, grafica e testuale di “Alix” ebbe inizio, però, con L’ultimo spartiato – storia pubblicata originariamente tra il 1966 e il ’67 – dove Martin approfondisce il ritratto psicologico del protagonista principale e dei personaggi di contorno. A essa fecero seguito, tra la fine degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Ottanta, dodici episodi che inglobano al meglio le caratteristiche fondanti della serie (azione, thrilling, mystery, avventura, esplorazioni geografiche, rigore storiografico) e l’espressività tecnica, grazie a tavole fondate su “gabbie” tanto ordinate quanto ricche di variazioni, da inquadrature cariche di dinamismo e da un disegno capace di passare, senza soluzione di continuità, dal semplice primo piano alla visualizzazione di scene di massa, su sfondi ambientali esotici, vertiginosi, spettacolari. [gallery size="medium" link="file" ids="7594,7595,7596"] Un periodo d’oro, insomma, che conobbe il suo culmine ne Lo spettro di Cartagine, graphic novel al quale, dopo la sua pubblicazione a puntate su rivista e la successiva raccolta in album, venne assegnato il Premio come Miglior Opera Realistica al Festival di Angoulême del 1978. Non è un caso, quindi, che noi di Mondadori Comics abbiamo deciso di intraprendere la pubblicazione in traduzione italiana di “Alix” proprio a partire dai volumi riconducibili a una delle fasi più elevate e significative dell’arte narrativa e grafica di Martin. Una scelta ben meditata che il carattere autoconclusivo dei singoli episodi della serie e l’assenza di una continuity significativa tra una vicenda e l’altra, ha reso ancora più agevole nella sua obbligatorietà. [gallery link="file" size="medium" ids="7597,7598,7599"] Quando, infatti, ci si trova di fronte all’arduo compito di proporre una collana con quasi sette decenni di pubblicazioni alle sue spalle (da notare che La tomba etrusca, il libro che ha inaugurato la nostra iniziativa editoriale, è uscito il 16 settembre, a sessantasette anni esatti di distanza dalla comparsa della prima puntata di Alix l’intrepido su “Le journal de Tintin”), diventa per forza di cose necessario presentare per prime al pubblico le storie che ne condensano il potenziale qualitativo, senza generare fraintendimenti di sorta su ciò che lo attenderà. A meno di non rivolgersi fin dall’inizio a un pugno di lettori già esperto e di nicchia, nessun editore avveduto può pensare di far uscire nelle edicole, nelle librerie, nelle fumetterie e negli store online una serie dalla lunga vita editoriale, soggetta a evoluzioni e trasformazioni di rilievo, partendo dalle prime storie. Può farlo solo se i paletti narrativi presenti in esse lo costringono ad agire diversamente. Blueberry di Jean-Michel Charlier e Jean Giraud, per esempio, va per forza di cose pubblicato a partire dal primissimo episodio, seguendo un rigoroso ordine cronologico, poiché la continuity che lega un capitolo all’altro è stringente. Anche se la vera, personale arte di Giraud e la verve letteraria di Charlier esplodono solo in seguito, risulta impossibile fare altrimenti. Discorso diametralmente differente, invece, per classici come Tintin, Asterix, Ric Roland, Michel Vaillant, ecc., dei quali è possibile proporre le avventure secondo un ordine che può miscelare quelle più mature e moderne con quelle più acerbe e meno sofisticate.
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Mondadori Comics può pertanto avvalersi della fortunata possibilità di proporre in Italia “Alix” con una modalità sincronica, partendo dai capitoli che hanno consolidato la mitologia del personaggio e recuperando in un secondo momento – intercalandoli con gli episodi degli anni Novanta e del primo decennio del Duemila – quelli in cui Martin non poteva mostrarsi ancora al suo apice. Una possibilità che ci ha consentito di inserire senza problemi anche una numerazione progressiva sulla costoletta. Un elemento fondamentale per non confondere gli acquirenti, i quali, giustamente, sono spesso semplici lettori che vogliono godersi delle storie di ottima fattura in un’edizione soddisfacente, senza badare a cronologie editoriali e narrative tutt’altro che essenziali, come in questo caso. Di fatto, i numeri progressivi in costoletta forniscono la certezza al lettore comune di non aver saltato nessun albo della collana, oppure, qualora si trovasse a dover colmare il vuoto di un mancato acquisto, di risalire subito al titolo assente dalla sua collezione. D’altro canto, l’appassionato hardcore possiede tutti gli strumenti per muoversi con disinvoltura tra i volumi, sapendo riconoscere al volo la sequenza storica dei titoli, al di là dell’ordine numerico proposto dall’edizione italiana. Oltretutto, dal punto di vista narrativo, diverse avventure di Alix hanno non di rado bypassato l’esatta scansione cronologica degli eventi, andandosi a inserire, nella loro successione editoriale, all’interno di spazi inediti situati tra storie pubblicate in precedenza. [gallery link="file" size="medium" ids="7600,7601,7602"] Già ne Il Cavallo di Troia – il primo episodio della serie a vedere la luce, nell’edizione transalpina, direttamente in volume, senza previa serializzazione su rivista – la partecipazione e la vittoria di Alix ai Giochi Olimpici greci avviene chiaramente in un arco temporale collocato a ridosso di vicende mostrate in album immediatamente precedenti. Tra il 1988, anno d’uscita de Il Cavallo di Troia, e il successivo Oh, Alessandria trascorsero, poi, quasi due lustri durante i quali Martin, sofferente di una grave malattia agli occhi e ormai impossibilitato a impugnare matite e chine, dovette alfine affidarsi a uno stuolo di collaboratori (gli sceneggiatori François Mangoval e Patrick Weber; i disegnatori Rafael Moràles, Marc Henniquiau, Cédric Hervan, Christophe Simon e Ferry) che lo aiutarono a portare avanti la serie fino al 2009, anno della sua scomparsa. Come da tradizione, tutti albi autoconclusivi e spesso tesi a inquadrare al meglio, in maniera spigliata e non pedante, fatti storici reali, ma incentrati su momenti diversi, spostati avanti o indietro nel tempo, del percorso esistenziale fittizio di Alix. [gallery link="file" size="medium" ids="7603,7604,7605"] Nel frattempo, sempre a partire dal ’96, aveva preso il via anche uno spin-off didattico illustrato, Les voyages d’Alix, destinato a conoscere ampia fortuna (può vantare al momento ben trentacinque volumi, più della collana madre, che viaggia verso i 34 episodi), affiancato, per breve tempo, da Alix raconte, dedicato alle biografie a fumetti di tre grandi personaggi dell’antichità: Alessandro il grande, Cleopatra e Nerone. Nel 2010, l’italo-belga Marco Venanzi è stato il primo a farsi carico di proseguire la serie di Alix con un album, Il testamento di Cesare, basato su vicende avvenute chiaramente prima de L’iberico, un’avventura pubblicata tre anni prima e alla quale erano seguiti, tra il 2008 e il 2009, altri due titoli – I demoni del Faro e La città inghiottita – contraddistinti da ulteriori dislocazioni spazio-temporali, non lineari rispetto a quanto si era visto in precedenza sulla serie. In seguito, tra il 2011 e il 2014, sono usciti quattro volumi, di cui solo due – L’ultima conquista e Britannia – in stretta successione cronologica e da leggere, quindi, l’uno di seguito all’altro. [gallery link="file" size="medium" ids="7606,7607,7608"] Nel frattempo, nel 2013, è nato un ulteriore spin-off, Alix Senator (presentato da Mondadori Comics sulla collana “Prima”) che ci ha trasportato nel futuro di Alix, mostrandocelo cinquantenne, nelle vesti di senatore, ancora a stretto contatto con Cesare Ottaviano Augusto, suo amico di gioventù ormai assurto al soglio imperiale. L’evoluzione cronologica di Alix continua, comunque, ad appassionare gli estimatori dell’opera di Martin, che non mancano di esprimere le loro opinioni, le loro deduzioni e le loro scoperte su molti forum di discussione. Noi, di certo, non mancheremo di tornare altre volte sull’argomento, man mano che i volumi che compongono la collana prenderanno posto sugli scaffali delle vostre biblioteche.

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VOLUME 7 – Peanuts di Charles Monroe Schulz  – disponibile dal 6 Ottobre 2015. VOLUME 8 – Cocco Bill di Benito Jacovitti – disponibile dal 13 Ottobre 2015. VOLUME 9 – Mandrake il mago di Lee Falk e Phil Davis – disponibile dal 20 Ottobre 2015. VOLUME 10 – I Fantastici Quattro di Stan Lee e Jack Kirby – disponibile dal 27 Ottobre 2015. VOLUME 11 – Nick Carter vol.2 di Guido De Maria e Bonvi – disponibile dal 3 Novembre 2015. VOLUME 12 – The Phantom di Lee Falk e Ray Moore – disponibile dal 10 Novembre 2015. VOLUME 13 – Marzolino Tarantola di Bonvi – disponibile dal 17 Novembre 2015. Tutte le uscite Superfumetti

Il mitico Thor – Dei e uomini!

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Agosto 1962: una data fondamentale nel mondo dei comics americani. Se fino al 1961 il supereroe era infatti l’essere semidivino, l’alieno, il ricco miliardario ossessionato dalla lotta al crimine o il fortunato archeologo che scova un antichissimo oggetto magico che lo dota di poteri sovrumani, dal lì in in poi il supereroe è l’uomo ordinario in grado di compiere azioni straordinarie. Il timido teenager vittima del bullismo. Lo scienziato deriso dai suoi pari. Il mostro. Probabilmente senza accorgersene, Lee e Kirby stavano creando una vera e propria mitologia moderna, contemporanea, popolare. Quella del Sogno Americano. I nuovi dei non camminano sopra gli uomini, ma si muovono in mezzo a loro, si mescolano e vivono i drammi umani. [gallery link="file" columns="2" size="medium" ids="7545,7546"] Arrivati a quel punto, il salto di livello era ormai diventato inevitabile: i tempi erano maturi per introdurre una vera e propria figura del Mito, quello con la emme maiuscola, nel pantheon supereroistico della Casa delle Idee. L’intuizione di Stan Lee, unita alla passione di Jack Kirby per la mitologia, ben nota e documentata e che attraversa tutta la sua carriera, li portano a scegliere una divinità norrena per questo ruolo: per l’appunto Thor, il dio del tuono della mitologia scandinava. [gallery link="file" columns="2" size="medium" ids="7547,7548"] Ciò che rende Thor un successo e che anima le sue avventure da oltre cinquanta anni a questa parte, è di certo il sapiente mix di elementi fantasy, mitologici, supereoistici e leggendari che ha reso (e che rende tutt’oggi) le sue storie diverse da quelle di tutti gli altri supereroi.

Le 6 Storie contenute nel volume

1. Quando gli immortali si scontrano! 2. Colui che gli dei vogliono distruggere! 3. Il martello e l’olocausto! 4. Chi è il vero Don Blake? 5. Fuga da Hel! 6. Il canto di Mjolnir

Fantastica: “La Terra dei Vampiri”, quando l’horror spagnolo incontra il fumetto

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[gallery link="file" size="medium" ids="7633,7656,7632"] Un survival, una storia di sopravvivenza che vede un piccolo gruppo di persone – una scrittrice di libri per l’infanzia e alcuni bambini – vagare per le strade desolate di un continente europeo devastato da una catastrofe climatica tanto improvvisa quanto misteriosa. Una fitta coltre di nubi ha, infatti, oscurato il Sole, facendo scendere le tenebre su gran parte della Terra. L’inspiegabile fenomeno ha, però, dato origine a un “effetto collaterale” ancora più spaventoso e distruttivo: i vampiri, creature soprannaturali che fino a quel momento avevano vissuto sul pianeta mescolandosi agli esseri umani e puntando a tenere loro nascosta la propria esistenza, hanno adesso la possibilità di agire in un habitat del tutto nuovo. [gallery link="file" size="medium" ids="7657,7658,7659"] Senza più temere la minaccia della luce diurna, alfine liberi dalle limitazioni imposte da un’alternanza tra giorno e notte che li rendeva più deboli e vulnerabili, i nosferatu si aggirano ora indisturbati all’aria aperta, dando la caccia alle creature viventi e progettando un nuovo ordine mondiale. È questo, in sintesi, l’assunto di base da cui prende il via La Terra dei Vampiri, graphic novel che Les Humanoïdes Associés hanno prodotto e pubblicato originariamente sul mercato transalpino, in tre capitoli suddivisi in altrettanti album. Un’opera che invece Mondadori Comics ha deciso di presentare in Italia in un’unica soluzione sul ventesimo volume della collana “Fantastica”, uscito da qualche giorno nelle edicole e presto disponibile anche nelle librerie, nelle fumetterie e negli store online. [gallery link="file" size="medium" ids="7660,7661,7662"] Sospeso tra horror gotico, narrativa splatter, thriller e avventura, La Terra dei Vampiri è frutto della collaborazione di due autori spagnoli: lo sceneggiatore David Muñoz e il disegnatore Manuel García, entrambi con, alle spalle, un retroterra artistico solo in parte legato all’industria della bande dessinée francese. Ne è scaturita una storia solida, dura, che rivisita l’oscuro mito del vampirismo senza concessioni al romanticismo, ma anche senza rinunciare agli approfondimenti psicologici e alla descrizione sensibile delle relazioni tra i protagonisti. Un fumetto carico di azione, di scene disturbanti e di esplosioni cruente che, però, pone in scena anche i tormenti interiori, le commoventi speranze e le atroci delusioni di una cast di personaggi a tutto tondo, ora dolenti, ora coraggiosi, ora vittime, ora carnefici. [gallery link="file" size="medium" ids="7634,7635,7636"] Se volessimo fare una rapide ricognizione sui riferimenti intertestuali potremmo dire che La Terra dei Vampiri espande l’assunto di base di 30 giorni di buio, un’altra opera a sfondo vampiresco nata come fumetto, ma conosciuta ai più per la sua altrettanto riuscita versione cinematografica: un comic-book di culto – scritto da Steve Niles e illustrato da Ben Templesmith – incentrato su una cittadina dell’Alaska presa d’assalto da un’orda di non-morti mentre incombe l’oscurità dell’inverno polare. [gallery link="file" size="medium" ids="7637,7638,7639"] Spingendoci oltre, il romanzo grafico di Muñoz e García potrebbe addirittura fungere da ideale prequel di un film come Daybreakers: L’ultimo vampiro, nel quale gli sceneggiatori e registi Michael e Peter Spierig immaginano un’intera civiltà di succhiasangue che sfrutta gli ultimi sopravvissuti della specie umana come ormai inermi bestie da munta. O - perché no? - potrebbe connotarsi come un pessimistico spin-off della trilogia di Blade, vista la presenza di characters, di elementi narrativi e di concetti visivi che paiono ricatturare lo spirito delle pellicole imperniate sulle gesta del dampyr della Marvel Comics. [gallery link="file" columns="2" size="medium" ids="7640,7641"] Non c’è nemmeno tanto da meravigliarsi di questa ricchezza di rimandi, se si ripercorre a fondo l’interessante curriculum professionale degli autori. Muñozmadrileno, classe 1968 – dopo aver studiato Belle Arti, ha esordito come sceneggiatore scrivendo le avventure grottesche e revisioniste di un gruppo di supereroi ispanici (Rayos y Centellas), drammi intimisti e storici (Miedo, Sordo), storie di fantascienza (El último viaje a la Luna) e saghe fantasy (Le Manoir des Murmures, un’altra produzione di successo de Les Humanoïdes Associés). [caption id="attachment_7642" align="alignright" width="212"]9 "La spina del Diavolo" © Canal+/Warner[/caption] Muñoz – che porta avanti da alcuni anni un laboratorio di sceneggiatura e scrittura creativa all’Università di Salamanca – è, tuttavia, noto anche per i suoi script per la TV (Las aventuras del capitán Alatriste) e il Grande schermo (La posesión de Emma Evans, Los Totenwackers, Intrusos en Manasés), tra i quali spicca quello relativo a La spina del Diavolo, caposaldo del rinomato filone cinematografico horror di matrice spagnola diretto da Guillermo Del Toro, guarda caso anche regista dello spettacolare Blade II e creatore della serie targata FX The Strain. [caption id="attachment_7643" align="alignleft" width="187"]10 Manuel Garcia[/caption] Dal canto suo, il disegnatore Manuel Garcíanato nel 1974, formatosi all’Università di Valladolid e residente anche lui a Salamanca – prima ancora che in Europa ha avuto la possibilità di mettersi in luce negli Stati Uniti, lavorando per la Marvel (Wisdom, Mystica, The Avengers, Widowmaker, Hawkeye: Avenging archer, Black Panther, ecc.), la DC Comics (Green Arrow, Aquaman, Justice League Saga), la Dark Horse (Star Wars: La guerra dei cloni) e la Valiant (Bloodshot). Per García La Terra dei Vampiri ha rappresentato un vero e proprio viatico per il mercato continentale. Un’esperienza inedita rispetto ai suoi trascorsi, graziata da un eccellente riscontro di critica e di pubblico. Un apprezzamento che gli aperto le porte di Ils ont fait l’Historie, un’importante collana edita da Glénat che propone rigorose e artisticamente pregevoli biografie a fumetti di personaggi storici famosi. Nello specifico, il disegnatore spagnolo ha illustrato – su testi di Denis-Pierre Filippi e colori dell’italiana Sara Spano – un volume dedicato alla figura di Gengis Khan. [gallery link="file" size="medium" ids="7644,7645,7646"] Abbiamo raggiunto García per scambiare con lui quattro chiacchiere a proposito de La Terra dei Vampiri e della cifra stilistica che contraddistingue il graphic novel. Per l’occasione, ci ha pure aperto l’accesso al cospicuo e incantevole archivio dei suoi disegni: Mondadori Comics: Manuel, com’è nato il progetto de La Terra dei Vampiri? Manuel García: “Be’, da quel che so il progetto è nato da un’idea di David Muñoz e di un altro disegnatore. A un certo punto, però, la serie si è ritrovata senza illustratore prima ancora che il primo capitolo fosse messo in cantiere. Così David e la casa editrice si sono messi in cerca di un rimpiazzo e io mi trovavo a passare da quelle parti. Ho fatto una prova ed evidentemente si sono trovati bene con me.” [gallery link="file" size="medium" columns="2" ids="7647,7648"] MC: Le tavole de La Terra dei Vampiri sono caratterizzate – pur non mancando le opportune variazioni – da una ricorrente costruzione su sei strisce e da lunghe vignette orizzontali che tendono a restituire l’idea di un widescreen cinematografico. Qual è stato il tuo approccio alla loro costruzione grafica? MG: “Questa serie ha rappresentato il mio primo lavoro per il mercato della bande dessinée franco-belga e, in un primo momento, ho avvertito molto le differenze esistenti tra questo tipo di album e i comic-books americani, coi quali avevo maggiore dimestichezza. Però ho avuto la fortuna di trovare uno sceneggiatore come David, che ha una visione molto grafica della storia. In pratica, le sue sceneggiature contengono le istruzioni su come impostare le pagine. Tutto tende a risolversi in maniera facile ed elegante. Si nota chiaramente che David tende a immaginare i suoi script per il fumetto nella loro resa visiva finale. Questa è una dichiarazione di apprezzamento, eh! Ci tengo a precisarlo perché qualcuno potrebbe pensare che sarebbe meglio se non lo facesse.” [gallery link="file" size="medium" ids="7649,7650,7651"] MC: Quindi che tipo di collaborazione hai costruito con Muñoz? Ti sei trovato qualche volta a suggerire qualcosa nell’architettura della storia o a suggerire qualche scena? MG: “Devo necessariamente parlarvi ancora una volta delle differenze esistenti tra il sistema di scrittura americano e quello europeo. Penso che con David sono riuscito a portare avanti una collaborazione assai stretta, non come è avvenuto con gli sceneggiatori americani coi quali ho lavorato, abituati a scambiare un paio di e-mail di cortesia o poco più (questa almeno è la mia esperienza, anche se riconosco che anch’io, da questo punto di vista, non di rado lascio a desiderare [Ride, N.d.R.]). “Man mano che si procedeva nella realizzazione de La Terra dei Vampiri, credo di averlo “contagiato” più io col sistema americano di quanto lui abbia fatto con me col sistema europeo [Ride, N.d.R.]. Ci siamo sempre trovati bene insieme, ma - che dire? - quando incomincio a disegnare e non trovo particolari intoppi sono abituato a trovare anche soluzioni personali. David era sempre d’accordo col modo in cui procedevo nell’impostazione e nella disposizione di certi elementi e così mi ha lasciato il mio spazio senza problemi.” [gallery link="file" size="medium" ids="7652,7653,7654"] MC: Quali referenze artistiche si possono riscontrare nel tuo stile? MG: “Ah! Referenze?! Tutte quelle che volete…Ci sono volte che vado in fissa per certi disegnatori, poi mi appassiono ad altri. Mi piacciono una montagna di disegnatori, ma se dovessi citarne uno solo, questo sarebbe il vostro conterraneo Tanino Liberatore, senza dubbio il mio artista di fumetti preferito. E mi piacerebbe molto che qualche traccia del suo lavoro si potesse cogliere nel mio!” MC: Alla fine come consideri questa tua esperienza su La Terra dei Vampiri? MG: “La serie ha rappresentato un lungo cammino, non sempre privo di complicazioni. Ma, una volta giunto alla fine, devo dire che sono molto orgoglioso del risultato definitivo. E questo è stato possibile senza dubbio grazie al fatto che dietro la storia ci fosse uno sceneggiatore fantastico come David. E non dimentichiamoci del contributo fondamentale alla parte grafica che ha fornito Javier Montes, il colorista, al quale va riconosciuto un superbo lavoro. Le sue scelte cromatiche mi danno, di tanto in tanto, voglia di riprendere in mano i tre album originali che compongono La Terra dei Vampiri per andarmeli a riguardare con gusto. Da quando ho incominciato a lavorare con lui ho sempre cercato di coinvolgerlo nei miei progetti. Purtroppo il ragazzo è sempre molto ricercato. Male per me, ma bene per lui! [Ride, N.d.R.]”. MC: Grazie per esserti intrattenuto con noi, Manuel. MG: “Grazie a voi. È bello sapere che in Italia esiste già un’edizione integrale de La Terra dei Vampiri raccolta in un unico volume. Non vedo l’ora di poterla avere tra le mani.”

Peanuts – Era una notte buia e tempestosa

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Sono passati quindici anni da quando, il 12 febbraio del 2000, l’ultima striscia inedita di Peanuts è apparsa sui giornali di mezzo mondo. Per cinquant’anni Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy e gli altri bambini protagonisti di un mondo senza adulti − o meglio, in cui gli adulti non si vedono mai − hanno accompagnato diverse generazioni di lettori con le loro avventure quotidiane, che hanno saputo interpretare e anticipare i sentimenti e le paure della società come poche altre opere, di fantasia o meno. E la storia di Peanuts è anche la storia di un uomo, Charles M. Schulz. 1 A partire dagli anni 60, Peanuts divenne un fenomeno culturale globale. Protagonisti di cartoni in televisione, di spettacoli teatrali, del merchandising (una novità assoluta per una striscia a fumetti), Snoopy e Charlie Brown sbarcano all’estero, appaiono su varie pubblicità e danno il nome a moduli lunari della NASA. 2 Peanuts è fatto di domande senza risposte, di certezze che come sillogismi nascono e si sviluppano su se stesse, di piccole cose che ci danno sollievo e sicurezza, e che tra ansie persistenti e speranze momentanee ci fanno andare avanti, nonostante tutto. Questa è la vita. Analizzata nel profondo eppure con una semplicità che risulta disarmante. A fumetti in 128 pagine dal 6 ottobre in edicola, libreria, fumetteria ed on line! 3

I passeggeri del vento – Le avventure di Isa, trentaseiesimo volume della collana Historica

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Mondadori Comics presenta il trentaseiesimo volume di Historica, “I passeggeri del vento 1 – le avventure di Isa” di Francois Bourgeon è in distribuzione nelle edicole, fumetterie e librerie ed on line dal 9 Ottobre 2015 a 12,99 euro. “I passeggeri del vento 1 – le avventure di Isa”, è il primo di tre volumi che raccolgono i 7 albi della serie “Les passagers du vent “usciti in Francia tra il 1980 e il 2011, e recentemente riproposti da Delcourt.

La Storia

Isa è una fanciulla aristocratica che viene privata dell’identità e del titolo nobiliare. Cresce in convento, tra insopportabili vessazioni e propositi di vendetta. Il destino la riporta nel suo ambiente, sebbene con un altro nome e con un ruolo che ella ritiene non consono al proprio rango. Dopo alcune crudeli disillusioni, si mette in viaggio, mascherata da ragazzo e con l’amica che l’ha tradita, a bordo di un grande veliero della Marina Reale francese, dove incontra casualmente quello che diventerà il suo compagno di avventure, il nostromo bretone Hoel. Un grande affresco storico di ambientazione marina, in cui la ricerca della verosimiglianza (storiografica, geografica, iconografica) supporta le trame del racconto divenendone ingrediente essenziale.
“Hai visto? Ha perso la vita senza avere il tempo di morire! Non tutti hanno questa fortuna, sai?” Isabella (di Roselande)

Mondadori Comics svela i nomi degli autori di fama internazionale che ospiterà in occasione di Lucca Comics & Games 2015

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Una vera parata di stelle del fumetto, di fama internazionale, per dare ulteriore lustro alle sue collane e alle imperdibili novità presentate in Fiera e in uscita a novembre. Saranno presenti: Nicola Genzianella disegnatore di “Bunker - Frontiere proibite”, 19° titolo della collana Fantastica che presenta un ambizioso progetto che unisce fantapolitica, fantasia ed esoterismo. Stefano Raffaele disegnatore della saga “Prometeo”, che sarà presente allo stand con i primi quattro volumi pubblicati all’interno della collana Fantastica. Federico Ferniani disegnatore di “La via della Spada - Le braci dell’insegnamento” e “La via della Spada - Le ceneri dell’Infanzia”, i primi due volumi della trilogia tratta dal romanzo di Thomas Day. Andrea Mutti disegnatore di “Ribelli – La nascita degli Stati Uniti d’America”, 37° volume della collana Historica, nel quale si rivive la nascita di una potente nazione. Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo magistrali autori di “Ken Parker”, la saga leggendaria che ha fatto la storia del fumetto italiano, che viene riproposta per la prima volta a colori. lucca2015-autori Tutti gli autori saranno disponibili per dediche e autografi sui volumi acquistati, secondo un fitto calendario di appuntamenti che sarà reso noto sul sito e sulla pagina facebook di Mondadori Comics nei giorni prossimi alla kermesse lucchese. Tra le molte novità presenti all’interno dello stand, Mondadori Comics annuncia in anteprima il lancio della collana “Sturmtruppen”, che verrà pubblicata in rigoroso ordine cronologico. Il lancio è anche l’occasione per celebrare il ventennale dalla scomparsa di Bonvi in contemporanea alla grande mostra “Ach! Sturmtruppen di Bonvi”, organizzata in occasione di Lucca Comics & Games 2015, che vedrà le opere del maestro Bonvi esposte nelle sale del Palazzo Ducale della città toscana dal 17 ottobre all’1 novembre. Riprenderà infine la grande avventura di “Lungo Fucile” che torna in esclusiva con una nuova veste grafica e in versione a colori. Un’edizione inedita di “Ken Parker” a cui gli autori della serie, Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo, hanno lavorato per dare colore alle tavole dell’opera che ha fatto la storia del fumetto italiano, supportati da un team di professionisti della colorazione digitale. Mondadori Comics invita tutti a visitare lo stand, che si trova nel padiglione Editori in Piazza Napoleone, per conoscere ed apprezzare le importati novità che verranno proposte.

“I Passeggeri del Vento”: il capolavoro di François Bourgeon finalmente in edizione integrale

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Col trentaseiesimo numero – che a partire da oggi troverete in edicola e, tra qualche giorno, anche nelle librerie, nelle fumetterie e negli store online – la collana “Historica”, testata ammiraglia di Mondadori Comics, celebra i suoi tre anni di vita editoriale. Un evento importante, considerando che si tratta di una linea di volumi cartonati, ad alta foliazione, a colori e dal prezzo popolare nata anche per scardinare la supremazia fino a quel momento detenuta, in ambito mainstream, da altri format. Un obiettivo produttivo che ha dato i suoi frutti, riscuotendo un considerevole successo di pubblico e di critica e generando una pletora di epigoni che, in vari modi e con risultati altalenanti, hanno provato a ricatturarne lo spirito. Un compito difficile, visto che “Historica” ha saputo finora miscelare il meglio delle produzioni contemporanee e inedite a sfondo storiografico col recupero di quei classici che hanno contribuito in maniera determinante a definire il genere. [gallery link="file" size="medium" ids="7710,7711,7722"] È il caso de Le sette vite dello Sparviero di Patrick Cothias e André Juillard, serie che negli anni Ottanta seppe infondere per la prima volta, in un’opera destinata al medium fumettistico, l’immaginario vivo e reale di un’altra epoca (in questo caso, la Francia di Luigi XIII). O anche, rimanendo allo stesso decennio, de Le Torri di Bois-Maury di Hermann, in cui l’accuratezza descrittiva di usi, costumi e mentalità medievali raggiunse vertici mai toccati prima di allora. Due titoli che le scelte di catalogo di Mondadori Comics hanno consegnato a un pubblico ampio e variegato, sottraendole all’oblio a cui le avrebbero destinate edizioni troppo datate, recuperabili con fatica sul mercato dell’usato, oppure troppo costose, con singoli album da quarantotto pagine – laddove un volume di “Historica” ne contiene spesso il triplo o il quadruplo – venduti a cifre oscillanti tra i 15 e i 18 euro. [gallery link="file" size="medium" ids="7712,7713,7723"] Due titoli ai quali adesso, proprio per festeggiare l’anniversario della collana, se ne aggiunge un terzo che, a buon ragione, rappresenta un precursore del genere storico a fumetti fondato su una documentazione puntuale e su interazioni umane verosimili per il tempo e la cultura descritti: I passeggeri del vento di François Bourgeon. Si tratta di un romanzo d’appendice in sette capitoli – il volume in questione, I passeggeri del vento: le avventure di Isa, contiene il primo dittico, La ragazza sottocoperta e Il pontoneambientato tra l’Europa, l’Africa, i Caraibi e le paludi del fiume Mississippi, in un lungo periodo compreso tra lo scoppio della Rivoluzione del 1789 e la Guerra di Secessione americana, quando sui mari e sugli oceani si svolgeva ancora il famigerato “Commercio triangolare”, basato sulla tratta degli schiavi. PDF-1-ISA-9Nel primo episodio apprendiamo di come Hoel, un marinaio bretone, scopra, a bordo della nave della Marina reale francese sulla quale è imbarcato, la presenza di due misteriose giovani, ospitate dal capitano del vascello, all’insaputa del resto dell’equipaggio, in una cabina destinata agli ufficiali. Si tratta di Isa e Agnese, depositarie di un drammatico, triste segreto e desiderose di fuggire da un passato fatto di angustie, dolori e tradimenti per vivere in piena libertà. [caption id="attachment_7714" align="aligncenter" width="640"]5 Il cruento epilogo di una battaglia navale ne "I passeggeri del vento" © Francois Bourgeon[/caption] La vicenda conoscerà un terribile crescendo che culminerà nell’esplosione simultanea di una tragedia collettiva e di tante apocalissi private, quando, nel corso di una sanguinosa battaglia navale con la flotta inglese, giungeranno al pettine i nodi di questioni personali gravi e irrisolte. [caption id="attachment_7715" align="aligncenter" width="640"]Francois Bourgeon accanto al suo personaggio, Isa Francois Bourgeon accanto al suo personaggio, Isa[/caption] PDF-2-ISA-2 PDF-2-ISA-4 Il secondo episodio vede, invece, i personaggi scampati alla catastrofe ritrovarsi e fare fronte comune per dirigersi insieme verso nuovi e inaspettati orizzonti. Alla storia si aggiungono altre, formidabili figure, anche se la protagonista principale resta Isa, ragazza forte, indipendente e libertina che può riportare alla memoria altre antieroine della narrativa disegnata, come la Barbarella di Jean Claude Forest, la Valentina di Guido Crepax o certi character femminili immaginati da Hugo Pratt. Edito per la prima volta dalla Glénat, nel 1979, La ragazza sottocoperta consacrò il talento di François Bourgeon, consentendogli, l’anno successivo, di conquistare il Premio come Miglior Disegnatore al Festival di Angoulême. Parigino, classe 1945, Bourgeon è un artista certosino che cura la realizzazione dei suoi lavori con una cura assoluta e un’attenzione ai minimi dettagli. Nessun passaggio è trascurato: testi, disegni e colori si appoggiano su precise fonti letterarie e iconografiche; il lettering si avvale di un font da lui ideato per l’occasione (e che è stato fedelmente riprodotto, su sua esplicita richiesta, per l’edizione italiana); oggetti, edifici e ambienti non sono solo ricavati da illustrazioni e fotografie storiche, ma addirittura da modellini e diorami costruiti dallo stesso Bourgeon per stabilire, all’interno di vignette e tavole disegnate, prospettive e distanze corrette. https://www.youtube.com/watch?v=rvfgsYwaERU Francois Bourgeon al lavoro su modellini e diorami per le sue storie Pubblicato originariamente a puntate sulla rivista “Circus”, il ciclo de I passeggeri del vento ricevette da subito un’accoglienza trionfale sul mercato transalpino, spingendo la Glénat a varare il mensile “Vecu”, il cui titolo diede il “la” a un’intera etichetta editoriale incentrata su graphic novel a sfondo storico contraddistinti da intrecci dumasiani. [gallery link="file" size="medium" ids="7716,7717,7718"] Le straordinarie peripezie di Isa, nel 1987, conobbero persino una trasposizione interattiva in un videogioco prodotto dalla lionese Infogrames Entertainment, azionista di maggioranza della Atari e colosso dell’ingegneria videoludica, per le principali piattaforme digitali a 8 bit dell’epoca. Un abandonware di culto, assai noto e ricercato dai collezionisti, che testimonia la vasta notorietà raggiunta in quegli anni dall’opera di Bourgeon anche al di fuori dei circuiti fumettistici e librari. Dal canto loro, in trentacinque anni i singoli album della serie sono arrivati a totalizzare, singolarmente, anche un milione di copie vendute, stimolando l’attenzione degli ambienti accademici e generando una parallela letteratura di approfondimento sui loro contenuti specifici. https://www.youtube.com/watch?v=sKHJN_zmX2Q Un estratto dal videogame de "I passeggeri del vento" La pubblicazione integrale e definitiva de I passeggeri del ventoa Le avventure di Isa faranno presto seguito, sempre su “Historica”, altri due volumi – rappresenta, insomma, un’occasione irrinunciabile per conoscere un tassello fondamentale nella storia e nello sviluppo della bande dessinée. Al contempo, i lettori avranno anche la possibilità di assistere alla maturazione grafica di Bourgeon, il cui tratto diventerà sempre più sottile e raffinato. Già, perché I passeggeri del vento può essere considerato come un vero e proprio laboratorio attivo in cui l’autore applica per la prima volta un sistema di lavoro in seguito ottimizzato per le altre sue due opere maggiori: Il ciclo fantascientifico di Cyann e quello mistico-medievale de La Compagnia del Crepuscolo. Da ogni punto di vista, un pezzo di storia per “Historica”. [caption id="attachment_7719" align="aligncenter" width="640"]© Francois Bourgeon © Francois Bourgeon[/caption]

Cocco Bill

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Il western all’italiana prima che sul grande schermo nasce sulle pagine a fumetti. Pochi anni dopo Tex, nel 1957 esordisce il divertente cowboy Coccobill, forse il personaggio più celebre di Franco Benito Jacovitti, maestro davvero inimitabile nato nel 1923 che, dopo aver esordito giovanissimo nel 1940 sulle pagine del settimanale Vittorioso, ha disegnato tantissimi irresistibili e surreali personaggi fino al 1997, anno della sua scomparsa. 1 Caratterizzato nelle sue pagine da un geniale “Horror vacui”, disegnava le tavole direttamente a china con un pennino sottilissimo che ricalcava molte volte inspessendo il tratto mentre pensava alla costruzione della vignetta successiva. E mentre pensava riempiva anche gli sfondi di improbabili particolari, soprattutto salami, strani vermi, dita, e tanto altro. 2 Le storie raccolte all’interno del volume che sarà disponibile in edicola, fumetteria, libreria e on –line dal 13 Ottobre spaziano in un arco di vent’anni e potrete gustare l’evoluzione del personaggio e del suo autore: si va dalla prima apparizione, nel ’57, per passare ad altre due divertenti avventure del ’63 e ‘64, tutte pubblicate sul “Giorno dei Ragazzi”, supplemento settimanale del quotidiano il Giorno; infine chiudiamo con una serie di 8 brevi avventure collegate tra loro, pubblicate nel ’78 sul settimanale Il Giornalino, stesso anno in cui il cowboy, con il suo inseparabile cavallo Trottalemme, approdò tra i fumetti in TV di Supergulp. 3

Stefano Raffaele a Lucca Comics & Games 2015

Agente Segreto X-9, secondo volume

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Mondadori Comics pubblica il secondo volume dedicato a “Agente Segreto X-9” il personaggio creato dal disegnatore statunitense Alex Raymond, creatore di “Flash Gordon” e “Jim della giungla”, e dallo scrittore Dashiell Hammett autore di “Il Falco Maltese”, una pietra miliare del romanzo giallo moderno. Il secondo volume di “Agente Segreto X-9” è scritto da Leslie Charteris e Robert Storm per la matita di Charles Flanders e a cura di Max Bunker. Questo volume contiene le storie pubblicate da Novembre 1935 ad Aprile 1938. Verrà distribuito nelle edicole, fumetterie e librerie a partire dal 15 Ottobre 2015 in un pregiato formato cartonato 14 cm x 21 cm di 536 pagine in bianco e nero, al prezzo di 14,99 €.

La Storia

L’agente segreto X 9 è circondato da un alone di mistero: di lui non si sa molto, neppure il vero nome; si fa chiamare Dan, ma soltanto in seguito sapremo che in realtà si chiama Phil Corrigan e fa parte dell'FBI, Federal Boureau of Investigation. L'agente segreto X-9 è un lupo solitario duro e coraggioso, incorruttibile e senza tentennamenti, dedito con implacabile impegno alla lotta contro la malavita organizzata. Per raggiungere i suoi scopi non esita a mescolarsi ai criminali, imitandone perfettamente linguaggio e metodi.

La via della spada – Le braci dell’insegnamento, quattordicesimo volume della collana Prima

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Mondadori presenta “La Via della Spada – le braci dell’insegnamento” di Mathieu Mariolle, Federico Ferniani, Jean-Paul Fernandez il secondo volume della trilogia tratta dal romanzo di Thomas Day, in distribuzione nelle edicole, fumetterie e librerie dal 16 Ottobre 2015 a € 9,99. Concepita in tre album, la saga de “La Via della Spada” è pubblicata da Mondadori Comics in prima visione assoluta per l’Italia. “La Via della Spada – le braci dell’insegnamento” è il quattordicesimo titolo della collana “PRIMA” di Mondadori Comics: un albo cartonato di 64 pagine, in formato 22 cm x 29 cm, a colori.

La Storia

In un Giappone immaginario, del XVII secolo, dove eroi e spade si intrecciano a sangue e creature mitiche si narra la storia di un viaggio per apprendimento dell’arte della guerra sulle strade di un Giappone medievale e mitologico. Dopo questo lungo viaggio iniziatico, Mikédi finirà per diventare il guerriero degno di sedurre la figlia dell'imperatrice?

Superfumetti: l’antologia All-Star continua a celebrare la gloria del fumetto

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Le collane antologiche – soprattutto se disponibili in edicola, laddove è possibile raggiungere una platea di lettori variegata e curiosa – si sono senza alcun dubbio rivelate un bene per la diffusione del medium delle nuvolette. In passato, pubblicazioni come “I classici del fumetto di Repubblica” – prima nella sua versione pocket e poi in quella di formato più ampio, la “ Serie Oro” – o “I maestri del fumetto”, edita da Mondadori, hanno consentito a migliaia di potenziali appassionati di approfondire per la prima volta la loro conoscenza della narrativa disegnata. Oppure, altresì, ha dato modo a molte persone già addentrate in ambiti specifici del racconto per immagini (fruitori esclusivi di albi della Sergio Bonelli Editore, cultori di manga, fan dei comics americani e così via) di scoprire personaggi, autori e tendenze ai quali mai avrebbero pensato di potersi un giorno accostare. Superfumetti”, la collana settimanale che Mondadori Comics ha lanciato alla fine di agosto attraverso i principali canali distributivi (edicole, librerie, fumetterie e store online), aspira a essere proprio questo: una sgargiante vetrina dove segni grafici e cromatismi multiformi, generi disparati e peculiari sensibilità d’autore, si alternano per offrire ai lettori divertimento e sorpresa, qualità e aperture panoramiche sugli ampi orizzonti della creatività e della fantasia. Come abbiamo già avuto modo di spiegare nel post col quale un mese e mezzo fa l’abbiamo introdotta, il modello di riferimento della collana “Superfumetti” sono Gulp! e SuperGulp: Fumetti in TV, trasmissioni degli anni Settanta grazie alle quali centinaia di migliaia di telespettatori ebbero la possibilità di apprezzare le storie animate (o semi-animate) di icone classiche come Tex, Mandrake, The Phantom e Rip Kirby; di characters umoristici amatissimi dall’intellighenzia alta come Krazy Kat e i Peanuts o da un pubblico più ecumenico come Lupo Alberto, le Sturmtruppen, Jack Mandolino e Cocco Bill; dei supereroi della Marvel ComicsSpider-Man, Thor, i Fantastici Quattro – giunti in Italia all’inizio del decennio sulle pubblicazioni dell’Editoriale Corno.
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Fedele a quella linea pop e immaginifica la cui forza è rimasta inalterata nel tempo, “Superfumetti” ha esordito, quindi, con Nick Carter, simbolo inossidabile del programma ideato da Guido De Maria e Giancarlo Governi, per poi finora alternare, a tambur battente, una selezione di strip delle Sturmtruppen, di Lupo Alberto e dei Peanuts e di avventure techno-fantasy di Spider-Man, dell’invincibile Iron Man e del potente dio del tuono Thor. [gallery link="file" size="medium" ids="7764,7765,7766"] L’estrema attualità di queste scelte è attestata da vari fattori. L’irresistibile lupo di Silver ha da poco festeggiato i suoi quarant’anni di vita editoriale mantenendo un’inossidabile presenza nell’ambito delle riviste popolari (TV Sorrisi e Canzoni, in primis) e del merchandising. Le Sturmtruppen di Bonvi, che tra non molto taglieranno il traguardo del mezzo secolo dalla loro prima presentazione al IV Salone del Fumetto di Lucca, si accingono, in questo mese di ottobre, a tornare protagoniste di una serie cronologica e integrale targata sempre Mondadori Comics, licenziataria esclusiva dell’opera omnia del cartoonist modenese. Dal canto loro, i Peanuts di Charles Schulz stanno per tornare alla ribalta extra-fumettistica grazie a un film d’animazione in digitaleSnoopy & friends, prodotto dai Blue Sky Studios de L’era glaciale e Rio e distribuito dalla 20th Century Fox – che in Italia verrà lanciato il prossimo 5 novembre.
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E i supereroi? Dopo la sequenza bonus mostrata a traino dei titoli di coda di The Avengers: Age of Ultron, c’è grande fermento tra i fan, speranzosi di ritrovare Spider-Man sia come protagonista di un terzo reboot cinematografico che come possibile personaggio di supporto dell’attesissimo Captain America: Civil War. Un film che ci mostrerà il Crociato a stelle e strisce in rotta di collisione con quell’Iron Man sulle cui storie a fumetti è apparsa per la prima volta una delle figure più amate e ammirate del Marvel Cinematic Universe: la Vedova Nera. Nel volume di “Superfumetti” dedicato al Vendicatore d’Oro è, infatti, contenuto il racconto che descrive l’epocale ingresso in scena di una Natasha Romanoff vestita come una dark lady da spy-story bondiana, quando era ancora un’agente doppiogiochista al servizio dell’Unione Sovietica. [gallery link="file" size="medium" ids="7767,7768,7769"] L’albo di Iron Man non solo risulta perfetto per comprendere l’originario humus concettuale – la Guerra Fredda e la paura dell’avanzata comunista – nel quale affondano le radici mitologiche di Tony Stark e della sua armatura cibernetica, ma contiene pure alcuni gioielli narrativi realizzati da artisti del calibro di George Tuska (famoso per le storie poliziesche anni Quaranta del magazine Crime does not pay, per il formidabile adattamento a fumetti del film Il Pianeta delle Scimmie e per la creazione grafica di personaggi Marvel come il supereroe afroamericano Luke Cage e la selvaggia Shanna), Johnny Craig (passato alla storia per i suoi magnifici fumetti horror prodotti negli anni Cinquanta dalla EC Comics) e Barry Windsor-Smith (sofisticato illustratore inglese a cui si deve la prima versione a fumetti di Conan il Barbaro e la creazione di personaggi di culto come Rune e Archer & Armstrong). [gallery columns="4" link="file" size="medium" ids="7770,7771,7772,7773"] Stesso discorso anche per il numero di “Superfumetti” incentrato su Thor che, accanto a uno scontro tra il dio norreno e l’immortale Ercole scritto da Stan Lee e disegnato da Jack Kirby (si tratta della saga ruotante attorno all’episodio Colui che gli dei vogliono distruggere, il cui titolo ha ispirato un famoso romanzo fanta-pop dell’italiano Gianluca Morozzi), propone un dittico di storie realizzate da Walt Simonson, il cartoonist che per primo ha saputo reinterpretare per il nuovo millennio i mondi fantasy ancorati alla splendente Asgard. [gallery link="file" size="medium" ids="7774,7775,7776"] [shop id=7683]Questa settimana, invece, “Superfumetti”, subito dopo aver dato spazio ai Peanuts, raddoppia l’appuntamento con l’umorismo proponendo un numero esplosivo (e usiamo il termine non a caso), in cui il compianto maestro termolese Benito Jacovitti dà libero sfogo alla sua rutilante creatività re-immaginando in chiave surreale e grottesca i luoghi comuni del genere western. Stiamo parlando, ovviamente, del mondo di Cocco Bill, cowboy apparso per la prima volta nel 1957 (anche lui, pertanto, si avvia a festeggiare i suoi sessant’anni) sulle pagine della rivista “Il Giorno dei Ragazzi” e destinato, in seguito, ad arricchire i contenuti de “Il Corriere dei Piccoli”, “Il Corriere dei Ragazzi”, “Il Giornalino” e “TV Junior”. [gallery link="file" size="medium" ids="7777,7778,7779"] Considerate talvolta come la risposta italiana alle avventure di Lucky Luke disegnate dal belga Morris, le storie di Cocco Bill si contraddistinguono per la loro vena ancora più anarchica, lisergica, spiazzante, aggressiva. Un mood umoristico unico, divenuto – come dimostrano i racconti contenuti nel volume della collana “Superfumetti” – sempre più sfrenato, selvaggio e politicamente scorretto col trascorrere dei decenni. [gallery link="file" size="medium" ids="7780,7781,7782"] Testimonial di campagne pubblicitarie vincenti, personaggio in grado di alimentare per lungo tempo un fortunato franchise (indimenticabili i diari e i gadget da linea scuola), Cocco Bill resta ancora oggi un fan favorite, protagonista di gag che sono riuscite a mantenere un’inalterata freschezza. [caption id="attachment_7783" align="aligncenter" width="640"]14 La "locura" del maestro Jacovitti[/caption]
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