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Airborne 44 – Inverno in armi, quindicesimo volume della collana Prima

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Mondadori Comics presenta “Airborne 44 – Inverno in armi”, secondo volume di un ciclo di due. Le tavole disegnate direttamente ad acquarello da Philippe Jarbinet riproducono ogni dettaglio garantendo l'autenticità e l'atmosfera di quei terribili anni della Seconda guerra mondiale. “Airborne 44 – Inverno in armi” sarà distribuito in prima edizione assoluta per l’Italia nelle edicole, fumetterie e librerie dal 13 Novembre 2015. “Airborne 44 – Inverno in armi” è il quindicesimo titolo della collana “PRIMA” di Mondadori Comics: un albo cartonato di 56 pagine, in formato 21 cm x 28 cm, a colori.

La Storia

La guerra ci aveva sbarcati in un buco sperduto, al freddo e al gelo, tra il dolore e la morte . Il limitare della foresta era una frontiera che affacciava sull’ignoto, e noi l’attra versavamo tutti i giorni, e tutte le notti. Al di qua e al di là di essa, si viveva e si moriva nella paura e nello sconforto. Ma c’erano anche, per aiutarci a resistere, amicizia, amore e fratellanza...
“L'autore belga realizza le sue tavole artigianalmente, senza ricorrere al digitale....Ogni album di Airborne 44 è l'occasione per riscoprire la grande storia, splendidamente disegnata. Cosa si può volere di più?” (Bedetheque)

“Sturmtruppen”, la strip antimilitarista che allargò i confini del fumetto italiano

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Un’edizione cronologica completa, capace di valorizzare sia la forza narrativa delle strisce che le peculiarità del tratto grafico del loro autore: questo è il senso di “Sturmtruppen: la raccolten”, pubblicazione settimanalegiunta ormai al terzo numero – con la quale Mondadori Comics intende ridare lustro, a vent’anni di distanza dalla sua tragica e prematura scomparsa, al mito di Franco Bonvicini, in arte Bonvi, e della sua creazione più famosa. Disponibile nelle edicole, nelle librerie, nelle fumetterie e negli store online, “Sturmtruppen: la raccolten” si avvale del progetto e della consulenza della figlia di Bonvi, l’architetto Sofia Bonvicini, e dell’agenzia N+V Comics di Claudio Varetto e Massimo e Alessandro Negrini, incaricata di gestire il restauro e il rilancio dell’opera omnia dell’artista. È da questo gruppo, infatti che, alla fine dello scorso anno, è nata l’iniziativa battezzata significativamente “Bonvi 2.0”, di cui Mondadori Comics – che ha acquisito i diritti di pubblicazione di tutti i lavori prodotti in vita dal cartoonist – rappresenta l’esclusivo referente editoriale. [caption id="attachment_8064" align="aligncenter" width="640"]1 Autoritratto di Bonvi e dei suoi personaggi © Eredi Bonvicini[/caption] Ogni volumetto di “Sturmtruppen: la raccolten” si avvale di un agile apparato redazionale e propone, accanto alle strisce poste in successione numerata, una nutrita serie di dettagli e ingrandimenti atti a evidenziare il modo in cui Bonvi congegnava le gag, studiava le espressioni e le posture dei personaggi e utilizzava chine e retini, ovvero il suo tratto distintivo, la sua specialità, il suo “marchio di fabbrica”. Non per niente i retini costituiscono il leitmotiv grafico degli albi, a partire dalla copertina – dove le figure campeggiano su uno sfondo fatto di punti colorati – fino ad arrivare alle esemplari illustrazioni estrapolate con attenzione da singole vignette. [gallery link="file" columns="2" size="medium" ids="8065,8066"] In questo modo, può ritrovare ulteriore linfa vitale un’opera-mondo in grado di parlare con afflato inalterato a un pubblico internazionale, di vecchia e nuova generazione che nelle spaesate e nevrotiche Sturmtruppen, perennemente schiacciate dal potere (ma, soprattutto, dalle prepotenze) dei più forti e in lotta contro un nemico imprecisato e invisibile, simboleggiano l’angoscia dell’uomo contemporaneo dinanzi a un mondo fatto di burocrazia, routine, assurdità, follia e violenza. Un mondo in cui il desiderio di tenerezza, la voglia di libertà, la dimensione del sogno e l’anelito al sacro sono destinati, in ogni caso, a essere travolti dal disincanto più feroce e devastante. [caption id="attachment_8067" align="alignleft" width="212"]mostra incubi alla bolognese bonvi a bologna La mostra prossima ventura che verrà dedicata a Bonvi[/caption] Quando, negli anni Settanta, le strip di “Sturmtruppen” conobbero il loro primo, strepitoso riscontro tra i lettori, Bonvi era pienamente inserito nel flusso di idee dell’epoca: quello che rendeva la città di Bologna una delle propaggini culturali più avanzate d’Italia, quello che vedeva coesistere e comunicare Francesco Guccini, Roberto Roversi, Umberto Eco, Andrea Pazienza, Lucio Dalla, Vasco Rossi, Magnus, Vittorio Giardino, Roberto “Freak” Antoni e gli Skiantos, Silver, Filippo Scòzzari, il Gruppo Valvoline, Pupi Avati, Valerio Massimo Manfredi, Pier Vittorio Tondelli.   [caption id="attachment_8068" align="alignright" width="225"]La locandina di "Sturmtruppen" di Salvatore Samperi © 01 La locandina di "Sturmtruppen" di Salvatore Samperi © 01[/caption] Le “Sturmtruppen” nascevano dall’humus del Sessantotto, si facevano portavoci e simbolo del pacifismo e dell’antimilitarismo, ma sapevano farsi apprezzare sia dalla Sinistra che dalla Destra, in un’epoca nella quale le contrapposizioni politiche e ideologiche potevano scaturire negli scontri di strada e nel sangue. Una vena “ecumenica” che emergeva in toto dalla forza artistica e narrativa di Bonvi, non di certo da uno studio fatto a tavolino, e che nel 1976 seppe tradursi in forma cinematografica in un film di grande successo, Sturmtruppen, girato con stile altmaniano da Salvatore Saperi (già regista dei controversi Grazie, zia, Malizia e Scandalo), avvalendosi della fotografia del pluripremiato Giuseppe Rotunno, della produzione di Achille Manzotti, delle musiche di Enzo Jannacci e delle interpretazioni di Renato Pozzetto, Cochi Ponzoni, Massimo Boldi, Teo Teocoli, Felice Andreasi e Lino Toffolo, vale a dire il gotha della comicità nord-italiana emersa in maniera trionfale, catalizzando l’attenzione di decine di milioni di telespettatori, da trasmissioni quali Milleluci e Canzonissima. Lo stesso Bonvi – che nel 1967 aveva già partecipato, in veste di attore, alla commedia Come rubammo la bomba atomica, con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia – vi prese parte, interpretando uno degli sketch più famosi ed esilaranti della pellicola.

Bonvi nel film Sturmtruppen di Salvatore Samperi

In concomitanza con l’uscita e la presentazione di “Sturmtruppen: la raccolten” all’ultima edizione di Lucca Comics & Games, Sofia Bonvicini e Claudio Varetto hanno allestito nel Palazzo Ducale della città toscana la mostra “ACH! Sturmtruppen di Bonvi”, in cui sono stati esposti gli originali delle prime cento strisce della serie. Un evento che ha richiamato l’attenzione dei principali organi di stampa nazionali, proponendo, accanto alle strip, degli allestimenti tesi a riprodurre l’ambiente di lavoro del fumettista modenese, nel quale spiccava “Il muro”, ovvero una parete dello studio dell’artista dove venivano affissi disegni, immagini, lettere, fotografie e dove trovavano posto anche un paio di televisori. [gallery link="file" columns="2" size="medium" ids="8069,8070"] Gli spazi che hanno caratterizzato la mostra “ACH! Sturmtruppen di Bonvi sono stati ideati da Sofia Bonvicini secondo una logica progettuale che reinterpreta il concetto di trincea, sia in chiave letterale, sia come elemento funzionale e snodo centrale degli spazi espositivi. Mentre, il 15 dicembre a Bologna, presso la centralissima SalaBorsa, a vent’anni dalla scomparsa del cartoonist, verrà inaugurata un’altra mostra, Incubi alla bolognese, basata su un ciclo di racconti meno noti della produzione bonviana, gli “Incubi di provincia”, e sul rapporto di Bonvi con la città, in particolare con Bologna, che tra l’altro lo vide anche eletto come scomodo consigliere comunale. Nel frattempo Sofia Bonvicini e Claudio Varetto stanno già pensando per il 2016 un’altra mostra che sarà allestita a Milano. [gallery link="file" columns="2" size="medium" ids="8071,8072"]

L'architetto Sofia Bonvicini ha concepito i percorsi della mostra come quelli di una stilizzata trincea © Eredi Bonvicini/Studio N+V Comics

Varetto ha dichiarato: “Era da tempo che pensavo a un progetto globale, di ampio respiro, che dall’editoria al web – passando per il sito www.bonvi.it – facesse rivivere l’ironico sberleffo di un autentico rivoluzionario. ACH! Sturmtruppen di Bonvi va a delineare un percorso che attraversa i luoghi della vita artistica e personale di Bonvi. Ma sarà Mondadori Comics, che ha creduto nella riedizione della sua opera omnia, a permettere a tutta Italia di rileggere le strisce di uno “spaccaballe professionista”, così come Bonvi si autodefiniva, quello che forse anche noi, con meno ironia ma altrettanto senso civico, qualche volta vorremmo essere.” [gallery link="file" columns="2" size="medium" ids="8073,8074"]

Gli strumenti da lavoro di Bonvi © Eredi Bonvicini/Studio N+V Comics

Marzolino Tarantola – La grande corsa

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Nel 1979 il grande Bonvi, con la sua consueta e straripante creatività, dà vita a Marzolino Tarantola. Il protagonista di queste nuove avventure si ispira al personaggio giramondo Saturnino Farandola, creato dallo scrittore francese dell'Ottocento Albert Robida. s1 Le storie per lui create da Bonvi sono dei divertenti “pastiche”, ricchi di citazioni e di rimandi alla letteratura, al cinema e al fumetto. La lunga avventura contenuta nelle pagine del volume che verrà pubblicato il 17 Novembre si ispira al divertente film “La grande corsa” di Blake Edwards, con protagonisti Tony Curtis, Jack Lemmon e Peter Falk. E all’interno si potranno ritrovare tante altre piccole grandi citazioni: in una vignetta si scorgono gli animali della fattoria dei McKenzie, compreso “Lupo Alberto” (Silver collaborava all’epoca con Bonvi anche nella realizzazione di alcuni disegni di questo personaggio), oppure la “Banda Aerea”, tutta composta da piratesse dell’aria, che vagamente ricorda quella che si è ritrovato a combattere Phantom nel precedente volume di Superfumetti. s2 Il modello di riferimento, per il nuovo gruppo di personaggi, è quello del trio, già ben collaudato con Nick Carter. Marzolino, l’elegante e raffinato protagonista dei viaggi, è accompagnato da due assistenti: il grosso Enrico l’equipaggio (che ricorda Patsy) e il maggiordomo Alfred, sempre pronto ad offrire una tazza di tè. E anche Marzolino, come Carter, ha un nemico giurato: il malvagio professor Moriatry, accompagnato dal suo aiutante, lo stupido Perfidio. s3

“Superfumetti”: la Belle Époque di Marzolino Tarantola, tra Jules Verne e Blake Edwards

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[caption id="attachment_8094" align="alignleft" width="287"]1 Bonvi disegna i personaggi di "SuperGulp!" in una cover di "TV Sorrisi e Canzoni" © Eredi Bonvicini[/caption] Nella seconda metà degli anni Settanta, il servizio pubblico radiotelevisivo – che aveva da poco adottato, dopo un lungo periodo di sperimentazioni, lo standard PAL a colori – poteva ancora permettersi di esplorare i linguaggi della comunicazione audiovisiva via etere con una libertà espressiva, in termini culturali e di costume, che perfino oggi è difficile da trovare. A fronte di una Rete Uno (antesignana dell’attuale Rai 1) che restava di stampo conservatore, c’era una Rete Due basata, al contrario, su un palinsesto progressista, dove, per esempio, show come L’altra domenica, Stryx e Odeon: tutto quanto fa spettacolo contribuivano a spostare in avanti l’asticella di ciò che era lecito mostrare in televisione, intercettando i gusti di un pubblico influenzato dagli echi della rivoluzione sessuale e dall’avvento di nuove forme di divertimento. Non a caso, proprio sulla Rete Due, nel 1977 – in un contenitore tardo-pomeridiano intitolato Buonasera con... e affidato, con un serrato turnover, alla conduzione di alcuni tra i volti più noti e amati dello spettacolo – fecero il loro debutto Atlas Ufo Robot, l’anime di Go Nagai basato sulle gesta del mecha gigante Goldrake (Grendizer) e del suo pilota Actarus (Duke Fleed), e il Capitan Harlock di Leiji Matsumoto, due prodotti che, col loro carico di pathos, dramma e dinamismo, diedero una violenta spallata alla vecchia concezione di entertainment per ragazzi, plasmando, al contempo – tra gli strali e i moniti di pedagoghi e censori – un nuovo immaginario collettivo.
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Fu sempre Buonasera con…a ospitare la quarta e la quinta stagione di SuperGulp! – I fumetti in TV, una trasmissione che, conoscendo varie incarnazioni e collocazioni orarie, aveva attraversato, riscuotendo un successo costante, tutto il decennio. A fare le veci di padrone di casa c’era il detective Nick Carter, che dello show d’animazione ideato da Guido De Maria e Giancarlo Governi era il personaggio più famoso e rappresentativo. [shop id=8089]Tra il 1979 e il 1981, all’interno di SuperGulp – I fumetti in TV, la firma di Bonvi, compariva, oltre che sui titoli di testa di Nick Carter (in questo caso, insieme a quella del co-creatore Guido De Maria) anche su quelli di Sturmtruppen – comic-strip che già all’epoca aveva raggiunto lo status di culto, con tanto di film live action al suo attivo – e di Marzolino Tarantola, serie d’impronta umoristico-avventurosa incentrata su un cast di personaggi nuovo di zecca e destinata a ottenere gli unanimi consensi dei telespettatori e della critica. [caption id="attachment_8103" align="aligncenter" width="640"]La prima, rarissima edizione di "Marzolino Tarantola", datata 1980 La prima, rarissima edizione di "Marzolino Tarantola", datata 1980[/caption] Per comprendere i motivi di questo successo è necessario, tuttavia, fare qualche passo indietro. A partire dal 1975, intorno alle cinque del pomeriggio – orario in cui si concentravano le programmazioni televisive rivolte ai giovanissimi – la Rete Due mandava in onda un programma intitolato Il dirigibile, le cui redini furono per un certo periodo tenute dall’accoppiata formata dal cantante Mal (riportato in auge dal trionfo riscosso dalla sigla del telefilm Furia, cavallo del west) e dalla presentatrice Maria Giovanna Elmi (nelle vesti della valletta Azzurrina, idolo dei bambini). [gallery link="file" size="medium" ids="8095,8096,8097"] Fu nel contesto de Il dirigibile che, nel 1977, trovò spazio Saturnino Farandola, un romanzo sceneggiato in tredici puntate interamente prodotto all’interno degli studi Rai di Napoli. Tratto da Viaggi straordinarissimi di Saturnino Farandola (“Voyages très extraordinaires de Saturnin Farandoul”), testo letterario del 1879 ideato dello scrittore, giornalista e illustratore francese Albert Robida, il feuilleton televisivo interpretato, tra gli altri, da Mariano Rigillo, Daria Nicolodi e Paolo Poli, metteva in scena le vicende di un avventuriero allevato fin da bambino da un branco di scimmie (in anticipo di trent’anni rispetto al Tarzan di Edgar Rice Burroughs) e destinato a solcare i mari del Sud-Est asiatico affrontando le più incredibili e fantasiose peripezie (dislocazioni spazio-temporali, battaglie tra dirigibili, scontri tra sottomarini, assalti pirateschi, immersioni subacquee a bordo di squali d’acciaio, ecc.).
Incipit e sigla di “Saturnino Farandola” © Rai – Radio Televisione Italiana
  Robida si poneva sulle orme di Jules Verne, denotando, però, rispetto al suo conterraneo, un’inventiva e un gusto per l’azione ancora più scatenati. La sua narrativa d’anticipazione trovava ulteriore supporto in un talento grafico peculiare, attraverso il quale prendevano forma le visioni di un futuro prossimo venturo in molti casi sorprendentemente vicine ai reali sviluppi della scienza, della tecnologia e dell’urbanistica. 5Il Saturnino Farandola targato Rai, forte di un progetto affidato ad alcuni tra i migliori professionisti della televisione e del teatro, ricevette un’accoglienza calorosa da parte di un pubblico trasversale, composto sia da ragazzi che da adulti. Un’audience moderna che si era appassionata ai serial fantascientifici UFO e Spazio: 1999, così come al romanzo sceneggiato Sandokan tratto dalle epopee letterarie di Emilio Salgari, e che trovava in Saturnino Farandolaun lavoro che, a tutti gli effetti, precorreva le istanze del sottogenere Steampunk – una perfetta combinazione tra quegli elementi fantastici e avventurosi dai quali era tanto intrigata. [gallery size="medium" link="file" ids="8099,8100,8101"] Dal canto suo, nella seconda metà degli anni Settanta, Bonvi appariva affascinato dalla cultura, dai costumi e dagli eventi storici della Belle Époque e dei primissimi decenni del Novecento. Se in alcune storie di Nick Carter avevano fatto la loro comparsa divise, aeroplani e mezzi corazzati tipici della Grande Guerra, col capolavoro assoluto L’uomo di Tsushima – rievocazione sui generis della tragica ed epocale battaglia navale col quale si concluse la guerra russo-giapponese del 1904 – il cartoonist di Modena aveva dimostrato che la sua attenzione ai dettagli d’epoca – dalle ricostruzioni ambientali alle fondamenta psicologiche degli individui – non era superficiale, ma frutto di una ricerca precisa e documentata, fondata su acume e sensibilità. Bonvi decise, quindi, di ideare una storia che potesse ricatturare lo spirito giocoso e immaginifico del Saturnino Farandola televisivo miscelandolo con elementi ancora più pop e contemporanei. Il risultato fu un pastiche che, a valutarlo con gli occhi di oggi, precorreva di un paio di decenni certe linee concettuali de La Lega degli Straordinari Gentlemen di Alan Moore e Kevin O’Neil. [gallery link="file" size="medium" ids="8106,8107,8108"] [shop id=8009]È per questo che in Marzolino Tarantola – evidente parodia del nome Saturnino Farandola – ritroviamo character tratti di peso dai romanzi di Arthur Conan Doyle (il malefico e maldestro professor Moriatry, deformazione caricaturale del professor Moriarty antagonista di Sherlock Holmes) e di Jules Verne (spicca il professor Gavor, parodia del professor Cavor de I primi uomini sulla Luna, che si ritrova come servitore la Creatura del dottor Frankenstein) o dai fumetti americani degli anni Trenta (la banda di piratesse aviatrici simili a quelle apparse nelle strip di The Phantom, guarda caso trasposte in semi-animazione proprio per SuperGulp!). Come dicevamo poco più sopra, il Bonvi di Marzolino Tarantola non si abbeverava solo alla fonte di Robida, ma anche a quella di un immaginario cinematografico sospeso tra comicità, avventura e venature da musical che trovava i propri capisaldi in film scritti e diretti da Blake Edwards come Operazione Crêpes Suzette e La grande corsa. Quest’ultimo, in particolare, datato 1965, era una pellicola molto conosciuta e apprezzata che veniva spesso programmata dalla Rai in concomitanza con le festività natalizie (allo stesso modo di Operazione Sottoveste, altro capolavoro di Edwards), nei cinema di provincia o nelle sale di seconda e terza visione.
Il movie trailer de “La grande corsa” di Blake Edwards © Warner Bros.
  In Marzolino Tarantola sono presenti molti echi de La grande corsa, così come anche di Quei temerari sulle macchine volanti, commedia avventurosa britannica diretta da Ken Annakin e uscita nello stesso anno del film di Edwards (la popolarità internazionale di questi lungometraggi era tale che già sul finire degli anni Sessanta, la Hanna-Barbera Productions vi si ispirò per l’ideazione delle serie Wacky Races: Le corse pazze e Dastardly & Muttley e le macchine volanti). La trama, infatti, vede il baffuto protagonista, assistito dall’impassibile maggiordomo Alfred e dall’erculeo Enrico, gareggiare in una competizione che da San Francisco, percorrendo le vie più perigliose e sconosciute della terra, del cielo e del mare (l’eterogeneo terzetto visiterà perfino la perduta Atlantide), ha come traguardo i viali di Parigi.
Il movie trailer di “Quei temerari sulle macchine volanti” © 20th Century Fox
  Contemporaneamente alla messa in onda televisiva, la storia di Marzolino Tarantola venne proposta in forma cartacea e a puntate sul settimanale d’informazione radiotelevisiva “TV, Sorrisi e Canzoni” e sul periodico “Il Corriere dei Piccoli”. L’anno dopo, nel 1980, l’avventura completa fu raccolta in due volumi cartonati editi da Rizzoli e oggi considerati come delle rarità acquistabili soltanto a prezzi da capogiro.
Sigla e incipit di “Marzolino Tarantola” © Eredi Bonvicini/Rai – Radio Televisione Italiana
  Per questo motivo noi di Mondadori Comics siamo doppiamente lieti di poter proporre, in un’unica soluzione, sul numero 13 della collana “Superfumetti” – disponibile, a partire da questa settimana, nelle edicole, le librerie, le fumetterie e gli store online – la saga di Marzolino Tarantola, in un’edizione in bianco e nero totalmente restaurata e tesa a esaltare la verve artistica di Bonvi. Un evento che, dopo trentacinque anni, vede tornare disponibile a un prezzo popolarissimo uno dei lavori più frizzanti e meno ristampati dell’artista emiliano. [gallery link="file" size="medium" ids="8109,8111,8110"]

Cocco Bill – Eroicomica

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Gli eroi tornano sempre. Visto il successo del volume precedente, nella collana Superfumetti ritorna Cocco Bill, il celebre cow-boy creato dal geniale Jacovitti, irresistibile parodia del genere western. Il nostro pistolero è frutto della rivisitazione dei film di Tom Mix in chiave “jacovittesca”; è il classico “buono” del Far-West, un tiratore scelto con un innato e forte senso della giustizia, sempre in sella sul suo fido destriero Trottalemme.Cocco Bill non è il primo pistolero creato da Jacovitti: nel 1955 sul settimanale “Il Vittorioso”, che pubblicava l’autore fin dai suoi esordi, venne pubblicato Tex Revolver, un antesignano del nostro cowboy, dal pugno e dalla pistola facile, in groppa al suo cavallo Zoccolone. Cocco Bill debutta solo due anni dopo, nel 1957, sulle pagine del “Giorno dei Ragazzi” supplemento de “Il Giorno”. superfumetti_v14_001-008f-1 In questo volume, disponibile dal 24 Novembre in edicola, libreria e fumetteria, potrete leggere quattro storie di Cocco Bill tutte realizzate in origine per Il Giorno dei Ragazzi. Iniziamo con la seconda avventura del divertente cow-boy, “Cocco Bill e gli Apaciones”, pubblicata nel 1958 in 30 puntate composte da una singola pagina, dove il protagonista si trova coinvolto in una guerra tra le tribù indiane degli Apaciones e dei Sioux. Il nostro eroe senza macchia e senza paura in realtà teme una sola cosa: il matrimonio con “Osusanna”, da cui continua a sfuggire. superfumetti_v14_001-008f-3 In “Cocco Bill in Canada”, pubblicata tra il 1959 e il 1960, il pistolero attraversa il confine degli USA ed arriva a Saska Town, alla ricerca del criminale Donky Puma e si trova coinvolto in diverse peripezie alle prese tra le Giubbe Rosse e la tribù dei “Ciuffettoni”. In “Cocco Bill contro Cocco Bill”, realizzata tra il 1960 e il 1961, il nostro eroe si scontra con un sosia che riesce a metterlo in guai seri.Nell’ultima avventura contenuta nel volume, pubblicata per la prima volta nel 1964 a puntate sulle pagine dell’inserto del quotidiano milanese, Cocco Bill si sposta sulla costa meridionale del Texas, per una divertente storia marinara, “Il Corsaro Cocco Bill”, in cui il western si fonde con ambientazioni e situazioni alla Salgari, con particolari sempre più surreali e fitti, da guardare con attenzione nelle vignette esilaranti. Allora buon divertimento, con tante pagine di “Jacovittaggini” superfumetti_v14_001-008f-8

Bunker 2 – Carneficine, ventiduesimo volume della collana Fantastica

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Mondadori Comics presenta “Bunker – 2. Carneficine” di Christophe Bec e Stephane Betbeder e per i disegni di Christophe Bec e Nicola Genzianella è in distribuzione nelle edicole, fumetterie e librerie dal 27 Novembre 2015. 9788869262678.500_1_0Bunker – 2. Carneficine” è il ventiduesimo titolo della collana “Fantastica” di Mondadori Comics: un albo cartonato di 120 pagine, in formato 21 cm x 28 cm, a colori. E’ il secondo e conclusivo volume contenente gli ultimi due albi della serie “Bunker” editati da Dupuis tra il 2010 e il 2012.

La Storia

Un mondo in pericolo, che potrà essere salvato solo con un’alleanza e un sacrificio! Aleksi Stassik accetta la grande responsabilità che gli deriva dal suo immenso potere e scopre che il figlio che aspetta da Anika potrebbe essere l'oggetto di un sacrificio propiziatore. L’ultima battaglia avrà luogo sulla cima del monte Ulù-Téliak e sarà lì che si deciderà il futuro del mondo!

Il graphic novel di “Assassin’s Creed”: uno spy-fantasy da leggere senza pregiudizi

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In un sistema dei media sempre più complesso e avvolgente, il mondo dell’intrattenimento non considera essenziali le fonti originali di un’opera quanto piuttosto la sua duttilità e il suo appeal presso fasce anche assai diversificate di pubblico. Prendiamo il caso del serial TV americano The Walking Dead, punta di diamante del network AMC: un prodotto che oggi fa presa su milioni di telespettatori in tutto il mondo. Ebbene, quanti, tra le fila degli appassionati di questa avvincente saga orrorifica considerano essenziale il fatto che il suo concept derivi da una collana a fumetti? In quanti hanno sentito il bisogno di recuperare i comic-books originali, magari per mettere a confronto le sostanziali differenze di trama con l’adattamento live action? [gallery link="file" size="medium" ids="8148,8149,8150"] Chi ha visto La vera storia di Jack lo squartatore (From Hell) dei fratelli Hughes, V per Vendetta di James McTeigue, 300 e Watchmen di Zack Snyder, La leggenda degli uomini straordinari di Stephen Norrington, Sin City di Robert Rodriguez e Frank Miller o 30 giorni di buio di David Slade, ha ritenuto sempre opportuno immergersi nella lettura a posteriori dei graphic novel, quasi tutti seminali, a essi correlati? Stesso discorso sul fronte delle trasposizioni filmiche dall’ambito dei videogiochi: in quanti, tra coloro che hanno seguito la saga cinematografica di Resident Evil prodotta da Paul W.S. Anderson e interpretata da Milla Jovovich (cinque pellicole realizzate tra il 2002 e il 2012, con una sesta in dirittura d’arrivo), hanno mai giocato all’originale survival horror sviluppato dalla nipponica Capcom (che tra sequel, remake e reboot conta oggi più di venti capitoli)? [gallery link="file" size="medium" ids="8151,8152,8153"] Il dato di fatto è che tra il pubblico che – per fare altri esempi – considera Silent Hill di Christophe Gans come uno dei film horror mainstream più affascinanti a cui abbia mai assistito (nonostante le perplessità della critica, questa produzione franco-canadese gode oggi di un rilevante status di culto) oppure attende con un certa trepidazione l’imminente uscita dell’epic fantasy Warcraft, diretto da Duncan Jones, quelli che hanno giocato ai videogame omonimi vanno a costituire spesso una percentuale nient’affatto significativa in termini assoluti. Gli action-thriller Hitman - L’assassino di Xavier Gens, Max Payne di John Moore e Need for speed di Scott Waugh; l’avventura fantasy di Prince of Persia - Le sabbie del tempo, prodotta da Jerry Bruckheimer e diretta da Mike Newell e perfino opere poco riuscite come Alone in the dark, Far Cry o BloodRayne, girate dal controverso Uwe Boll, godono di un seguito che prescinde totalmente da una qualche pregressa esperienza videoludica. [gallery link="file" size="medium" ids="8154,8155,8156"] Questo perché i franchise dell’entertainment contemporaneo sono pensati per raggiungere, sotto varie forme e attraverso strategie mirate, target costituiti, in molti casi, da platee che per età e interessi possono risultare anche assai distanti le une dalle altre. In tal senso Assassin’s Creed rappresenta un modello ideale. Sviluppato sotto l’egida del colosso francese Ubisoft per arricchire la propria library di popolari videogame, il titoloche è andato incontro a una fortuna senza precedentisi fonda su un soggetto di base e su trame adattate ben presto in forma di romanzi e fumetti tesi a intercettare fruitori non necessariamente interessati alle modalità di gioco, quanto piuttosto a tutti gli altri, affascinanti aspetti dell’universo narrativo e grafico creato dallo sceneggiatore Corey May, dal designer Patrice Désilets e dalla programmatrice Jade Raymond.
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Ne sono derivati una serie di ottime novelization scritte con bello stile letterario da Oliver Bowden – pseudonimo dello scrittore e saggista inglese Anton Gill – che compattano e rendono coerenti i soggetti dei molteplici capitoli di Assassin’s Creed (Mondadori Comics li ha presentati tutti nella sua collana di romanzi). Accanto a essi hanno, inoltre fatto la loro comparsa – prodotte in seno alla Ubi Workshop, ovvero il marchio rivolto alla multimedialità e al merchandising della Ubisoftcollane a fumetti realizzate dall’accoppiata formata dai canadesi Cameron Stewart e Karl Kerschl (entrambi insigniti, per i loro lavori, dell’Eisner Award e dello Joe Shuster Award, due tra i massimi riconoscimenti legati al mondo del fumetto d‘Oltreoceano) e dal team transalpino composto dallo sceneggiatore Éric Corbeyran e dal disegnatore di origini algerine Djillali Defali. [gallery link="file" size="medium" ids="8157,8158,8159"] A Corbeyran e Defali si deve una lunga storia, pubblicata originariamente a puntate, tra il 2009 e il 2014, in sei album di grande formato usciti sotto il marchio Les Deux Royaumes (un brand editoriale della Ubi Workshop) e proposti adesso in Italia, all’interno del ventunesimo numero della collana “Fantastica”, da noi di Mondadori Comics. [gallery link="file" size="medium" ids="8160,8135,8136"] Il volume – presentato all’ultima Lucca Comics & Games e disponibile già da qualche settimana nel circuito delle edicole, delle fumetterie, delle librerie e degli store online – s’intitola Assassin’s Creed: Ciclo primo - Desmond e racchiude in un’unica soluzione i primi tre capitoli di un’avventura dal ritmo serrato, sospesa tra fantasy, spionaggio ed esoterismo. Gli altri tre vedranno invece la luce a breve, nel volgere di qualche mese, sempre tra i titoli della collana “Fantastica”. La bande dessinée di Assassin’s Creed fa proprio il nucleo fondante della serie di videogiochi, utilizzandolo per inoltrarsi in territori inediti. I lettori possono, quindi, assistere alla vicenda di Desmond Miles, un venticinquenne barista di Parigi caduto nelle mani di una multinazionale farmaceutica, l’Abstergo, che – attraverso un’apparecchiatura tecno-alchemica denominata Animus – lo costringe a viaggiare indietro nel tempo, navigando all’interno della sua “memoria genetica”, per rivivere le imprese dei suoi antenati, legati alla misteriosa Confraternita degli Assassini. [gallery link="file" size="medium" ids="8142,8143,8144"] L’Abstergo funge da copertura per l’Ordine dei Templari, un’organizzazione millenaria e segreta che aspira – attraverso il reperimento di alcuni manufatti ancestrali chiamati Frutti dell’Eden – alla creazione di un mondo tanto perfetto quanto privato di ogni libero arbitrio. Nei secoli passati sono stati proprio gli agenti della Confraternita degli Assassini – che invece intendono preservare la pace e l’autodeterminazione degli esseri umani – a contrastare le mire dei Templari, impedendo loro di accedere ai manufatti o nascondendoli. E Desmond Miles rappresenta la chiave che può consentire a una delle due fazioni di prevalere. Il marsigliese Éric Corbeyran è uno sceneggiatore prolificassimo e molto versatile, come attestano già solo le sue opere pubblicate in Italia da Mondadori Comics: il reportage 9/11, incentrato sugli eventi storici che hanno condotto all’attentato del 2001 al World Trade Center, e 14-18: Il soldatino, drammatico excursus sui fatti della Grande Guerra, apparsi entrambi sulla collana “Historica”. Senza dimenticare XIII Mystery: Irina, uno spin-off del serial XIII programmato per il decimo volume (in uscita a gennaio) della collana mensile che Mondadori Comics sta dedicando alla saga spionistica di Jean Van Hamme e William Vance. [gallery link="file" size="medium" ids="8145,8146,8147"] Per questo motivo il suo Assassin’s Creed verte in ugual misura sia sull’intrigo contemporaneo – che vede oscuri agenti segreti appartenenti alle due sette rivali affrontarsi senza esclusione di colpi tra le strade delle Alpi e i paesaggi della Toscana – che su una credibile ricostruzione storica resa ancora più affascinante da inserti esoterici e fantasy. Nel graphic novel, infatti, entra in scena per la prima volta Aquilus, un membro della Setta degli Assassini che, in epoca romana tardo-imperiale, si pone alla ricerca di un ankh egiziano all’interno del quale è indicato il misterioso luogo in cui è custodito un Frutto dell’Eden. A supportare il lavoro di Corbeyran, i disegni di Defali impreziositi dalla colorazione digitale di Raphaël Hédon, Alexis Sentenac e Cyril Vincent. Cresciuto prendendo a modello artisti del fumetto come il francese Olivier Vatine e il polacco Grzegorz Rosinski, filtrati attraverso la lezione dei grandi autori americani, Defali ha deciso di intraprendere la via del fumetto grazie al viatico di Caza, uno dei mostri sacri della bande dessinée fantasy, colonna, negli anni Settanta, delle riviste “Pilote” e “Métal Hurlant”.
Djillali Defali realizza uno sketch sul risguardo di un volume di Assassin’s Creed © degli aventi diritto
Con Corbeyran, Defali aveva già realizzato molte altre serie a sfondo fantastico e noir: alcuni album inseriti nel ciclo Uchronie(s), le serie Asphodèle e La Loi des 12 tables (facenti parte di un unico universo narrativo), Le sindrome de Hyde, Sèptieme Sens e Pulsions. [gallery link="file" size="medium" ids="8137,8138,8139"] Gli album di Assassin’s Creed vanno perciò inseriti in un percorso creativo che nasce da lontano e che affonda le sue radici in un terreno incredibilmente fertile. Un lavoro da leggere senza pregiudizi, in attesa di poter finalmente assistere all’arrivo nei cinema (la data indicativa è il dicembre 2016) del film di Assassin’s Creed che vede nelle vesti di interprete e produttore l’inquieta e intensa star Michael Fassbender. Secondo i vertici della Ubisoft, il lungometraggio di Assassin’s Creed nasce con l’ambizione di impattare sul mercato cinematografico con la stessa forza qualitativa e iconica di un Batman begins o di un Il Cavaliere Oscuro. Nessun dubbio, visti i precedenti legati al franchise, che sarà effettivamente così. [caption id="attachment_8140" align="aligncenter" width="640"]19 © 20th Centuy Fox/Ubisoft[/caption]

Cattivik

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Oggi sembra incredibile, ma nei primi anni 60 alcuni dei personaggi italiani di maggior successo avevano la K nel nome. Non si trattava di eroi, ma di criminali violenti e spietati a cui non era possibile in alcun modo perdonare le azioni, e i fumetti di cui erano protagonisti erano non a torto definiti “neri”. Cattivik nacque proprio per prendere in giro questi fumetti, ma anche per offrire ai bambini un “cattivo” interessante e adatto da leggere: un re del terrore come Diabolik, sì, ma tutto da ridere. Ideato dal compianto Franco “Bonvi” Bonvicini, Cattivik esordì nel 1964. 1 Cattivik era protagonista anche della satira di costume, poiché contestava la borghesia, la guerra, la Prima della Scala e il sistema in generale, ma il responsabile delle Edizioni Alpe, Leonello Martini, non se ne rese conto: Bonvi, con l’assist di Guido “Silver” Silvestri, poté quindi lavorare in totale libertà creativa proponendo la sua opera ai bambini dell’epoca. Proprio Silver prese a occuparsi totalmente di Cattivik a partire dal 1972, visto che Bonvi era occupato con le imprese del detective Nick Carter. 2 All’interno del volume che troverete in edicola, libreria, fumetteria ed on line a partire dal 1° Dicembre sono contenute le tavole scritte e disegnate dal solo Silver a partire dal 1975 per Il Corriere dei Ragazzi fino ad arrivare a quelle del 1990 che si fregiano anche del lavoro dei suoi successori. In coda, lo scontro tra Cattivik e l’indimenticata coppia di comici Zuzzurro & Gaspare, nonché una serie di 41 strip autoconclusive del 1976 scritte e disegnate da Silver che compongono però una storia completa. Buon divertimento!

il secondo volume di Ken Parker a colori

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Arriva, con Mondadori Comics, il secondo volume della collana di Ken Paker in versione a colori che contiene le storie Omicidio a Washington, Chemako e Sangue sulle stelle. Una nuova edizione a cui gli autori della serie, Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo, hanno lavorato per dare colore alle tavole dell’opera che ha fatto la storia del fumetto italiano, supportati da un team di professionisti della colorazione digitale. Per “Ken Parker” a colori Mondadori Comics ha studiato un volume di grande prestigio, con una carta ad alta grammatura, elevata qualità di stampa e una confezione editoriale pregiatissima, cartonato 21 x 26 cm, per oltre 300 pagine. Il secondo volume è disponibile in edicola, fumetteria, libreria ed on line dal 4 Dicembre 2015 a € 19,99 .

Roma – La nascita della città eterna, trentottesimo volume della collana Historica

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Mondadori Comics presenta il trentottesimo volume di Historica, “Roma – la nascita della città eterna” di Gilles Chaillet, Pierre Boisserie, Eric Adam, Didier Convard e le matite di Régis Penet e Luca Erbetta in distribuzione nelle edicole, fumetterie e librerie ed on line dal 4 Dicembre 2015 a 12,99 euro. “Roma – la nascita della città eterna”, è il primo di due volumi che raccolgono i quattro albi della serie “Roma” pubblicati da Glenat. COP-H38Roma1L

La Storia

1250 a.C., nella città di Troia assediata dagli eserciti greci, il grande sacerdote Aquilon e il generale Leonidas condividono un terribile segreto che riguarda l’origine del Palladio, un simulacro della dea Atena. Senza la sua protezione, la loro orgogliosa città è destinata a cadere e quando ciò avviene il fuggitivo Enea porta con sé il Palladio attraverso il mare, fino alla terra dove la sua stirpe fonderà una città, a volte protetta altre maledetta dagli dei: Roma! Dopo mille anni, Roma è ormai una delle potenze del Mediterraneo e solo Cartagine si contrappone alla sua egemonia. Nel 217 a.C., il generale Annibale guida il suo esercito fino in Italia, dove sconfigge a più riprese le legioni romane. Toccherà ancora una volta affidarsi al potere del terribile simulacro per respingere l’Africano e far sì che la Città Eterna non venga espugnata! La nascita di Roma, caput mundi, sospesa tra storia, miti e leggende.

Historica: “Ribelli”, la Rivoluzione americana disegnata da Andrea Mutti

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[caption id="attachment_8186" align="alignleft" width="203"]Il marchio della Dark Horse Comics Il marchio della Dark Horse Comics[/caption] A duecentoquarant’anni esatti di distanza dalla Battaglia di Lexington e Concord, con la quale, il 19 aprile del 1775, si aprì la Guerra d’Indipendenza americana, la casa editrice Dark Horse, decana degli editori indipendenti d’Oltreoceano – col suo marchio hanno visto la luce opere come Sin City, 300, Hellboy, Concrete e The Mask – ha lanciato Ribelli, una serie a fumetti incentrata sugli eventi storici, sulle atmosfere, sui costumi e sugli ideali che hanno caratterizzato quel fondamentale periodo storico. [caption id="attachment_8187" align="alignright" width="195"]Una cover di "Ribelli" Una cover di "Ribelli"[/caption] Autore della sceneggiatura e dei testi è Brian Wood, un cartoonist infaticabile ed eclettico, capace di spaziare tra il genere supereroistico (dall’intimista e personale Demo fino agli X-Men e al Moon Knight della Marvel Comics) e la fantascienza (dai postapocalittici DMZ e The Massive alle avventure space-fantasy di Star Wars, passando per il cyberpunk di Channel Zero); tra l’horror, lo sword & sorcery (le icone Conan il barbaro e Vampirella, il franchise di origine televisiva Supernatural) e, nient’affatto ultima, la storiografia ben documentata (come attesta Northlanders, serial della DC Comics/Vertigo basato sulle imprese dei feroci guerrieri normanni). [caption id="attachment_8188" align="alignleft" width="200"]Brian Wood Brian Wood[/caption] A contribuire graficamente alla realizzazione di Ribelli: La nascita degli Stati Uniti d’America è stato chiamato il quarantatreenne disegnatore bresciano Andrea RED Mutti, che con Wood aveva giù collaborato su Conan the barbarian e DMZ. Un team che, avvalendosi dei colori di Jordie Bellaire e delle evocative copertine dipinte da Tula Lotay, ha dato vita a un intenso graphic novel in sei parti che Mondadori Comics ha raccolto in un’unica soluzione sul trentasettesimo volume della collana “Historica”, disponibile ancora per qualche giorno nelle edicole (il numero 39, l’imperdibile Roma - La nascita della Città Eterna, uscirà venerdì 4 dicembre) e ordinabile nelle librerie, nelle fumetterie e negli store online. [gallery link="file" size="medium" ids="8189,8190,8191"] Ribelli: La nascita degli Stati Uniti d’America è incentrato sul personaggio di Seth Abbott, un giovanissimo e taciturno colono del New Hampshire che lascia a casa l’orgogliosa moglie e un figlio che non ha nemmeno visto nascere per andare a combattere contro il nemico britannico tra le fila dei Green Mountain Boys, una milizia integrata all’interno dell’esercito coloniale guidato dal generale George Washington. La storia costruita da Wood e Mutti è lineare e antiretorica, le gesta dei combattenti indipendentisti vengono tratteggiate con sguardo oggettivo, naturalista, senza enfasi e rinunciando a climax artificiosi. Trapelano, tra le righe, le particolarità dell’epoca: il senso del dovere di una generazione che, nel pieno dell’adolescenza, già era adulta, determinata e orientata a mettere su famiglia; le distanze e i pregiudizi che intercorrevano tra gli abitanti dei vari stati americani (l’aristocratico virginiano Washington detesta Abbott solo perché è un montanaro proveniente dalle cupe foreste del Nord-Est); la distanza sottile che divide il tradimento dalla legittima aspirazione alla libertà. [gallery link="file" size="medium" ids="8192,8193,8194"] Ribelli: La nascita degli Stati Uniti d’America è, insomma, un’opera irrinunciabile, degna di figurare nella biblioteca di ogni appassionato di fumetti e di storia. In occasione del lancio ufficiale del volume, all’ultima edizione di Lucca Comics & Games, Andrea Mutti è stato gradito ospite al nostro stand, non risparmiandosi nel disegnare sketch e firmare autografi al pubblico che li richiedeva. Ne abbiamo approfittato per fare con lui – un entusiasta vulcanico, sempre pronto a ridere e a scherzare – una lunga chiacchierata vertente non solo su Ribelli, ma su tutta la sua carriera professionale e sui suoi progetti. [caption id="attachment_8195" align="alignleft" width="225"]Andrea Mutti Andrea Mutti[/caption] Mondadori Comics: Ciao, Andrea, e benvenuto sulle pagine del nostro blog. Scorrendo la tua cospicua bibliografia si nota che per circa un decennio, vale a dire dal momento del tuo esordio, all’inizio degli anni Novanta, fino al Duemila hai lavorato essenzialmente su storie horror e di fantascienza. Da “DNAction” e “Demon Story” fino a “Lazarus Ledd” e “Nathan Never”, passando, ovviamente, per “Hammer”, che noi di Mondadori Comics abbiamo ripubblicato di recente in un’edizione riveduta e corretta… Andrea RED Mutti: “Sì, su ‘Hammer’ ho esordito col numero 9, Nemo Bassajen, giungendovi dopo alcune collaborazioni con case editrici minori… il gruppo Hammer era formato da Giancarlo Olivares, Riccardo Borsoni, Gigi Simeoni, Stefano Vietti e Mario “Majo” Rossi, ragazzi bresciani come me che conoscevo da tempo e che sono tutt’ora miei amici. Come potete immaginare, giocare in casa ha i suoi vantaggi! L’ambientazione molto vicina a Star Wars mi diede la possibilità di sperimentare su carta tutta una serie di simpatiche soluzioni.
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“Ero molto giovane e il mio stile grafico appariva piuttosto asciutto e spigoloso: ombre definite, contrasti forti… All’epoca mi trovavo alle prime armi con i retini adesivi, un’avventura di découpage che ricordo con divertimento. La cosa antipatica, invece, è che l’albo ho cominciato a disegnarlo poco prima che annunciassero lo stop della serie, quindi permane una certa amarezza di fondo… Purtroppo succede…. Fui chiamato a realizzare anche alcune tavole dell’episodio finale, L’ultimo sogno. ‘Hammer’ resta un passaggio fondamentale per la mia carriera, sia professionale che umana.” MC: Poi, a partire dal 2001, hai cambiato radicalmente genere, dedicandoti a lungo quasi esclusivamente alla crime story (Break Point, Les brumes hurlantes, Nero) e al genere spionistico (S.A.S., Section Financière, I.R.$ - All Watcher, includendovi anche l’ibrido a sfondo esoterico La sindrome di Caino). Si tratta di una casualità oppure la tua è stata una scelta meditata, dettata da altre esigenze? [gallery link="file" size="medium" ids="8196,8197,8198"] AM: “Direi che è stato il caso a farmi incontrare ciò che amo… I miei primi lavori di stampo noir e poliziesco per gli editori francesi mi hanno regalato grande entusiasmo. Le storie raccontate erano davvero nelle mie corde criminali [Risate, N.d.R.]… Ambienti putridi e malati dove si incontrava incontrava la peggiore feccia del pianeta… Un torbido intrigo di coincidenze che ha portato a successi talvolta del tutto inaspettati come Break Point o Arrivederci amore, ciao, tratto dall’omonimo romanzo di Massimo Carlotto… Mi ci trovavo alla grande in quel genere, sperimentandovi diverse forme stilistiche che, spero, abbiano divertito i lettori.” MC: All’inizio del secondo decennio degli anni Duemila si nota, poi, un tuo ritorno alle trame fantastiche, attraverso le serie supereroistiche di Marvel e DC Comics, la fantascienza post-apocalittica di DMZ e Mad Max: Fury Road o il franchising a fumetti di Star Wars. Un riavvicinamento che, lo si nota, avviene in concomitanza col tuo ingresso nel mercato statunitense, dopo che ti eri interessato principalmente a quello della bande dessinée francese. Cosa ha comportato questo “salto” al di là dell’Atlantico in termini artistici e di storytelling? [gallery link="file" size="medium" ids="8199,8200,8201"] AM: “Be’, da quell’altra parte del mondo ti ritrovi a fronteggiare il mito del supereroe e con esso altre icone pop come quelle che già ricordavate voi: Star Wars o Mad Max. Devo ammettere che tutto questo elettrizzerebbe chiunque: io per primo, quindi! [Ride, N.d.R.] Dal punto di vista stilistico è stata ancora una volta una bella sfida: ho cercato nuove vie e l’impatto con la pagine ad ampissimo respiro regala una bella sensazione, una libertà tipica di quella terra graziata da un territorio che modifica i tuoi concetti di grande e di lontano… Lo storytelling americano è più aggressivo, più dinamico e meno teatrale… cosa diversa da quanto accade in Francia o in Italia, ecco.” MC: Ribelli: La nascita degli Stati Uniti d’America rappresenta, se non ci sbagliamo,, il tuo primo lavoro vertente su un’epoca non contemporanea, con la presenza di personaggi in costume. Ci puoi spiegare in che modo ti sei relazionato con lo sceneggiatore Brian Wood in termini di collaborazione artistica? Lo stile widescreen della storia – con vignette allungate in orizzontale e in verticale – è stato definito in via preliminare? Inoltre, come ti sei documentato? [gallery link="file" size="medium" ids="8202,8212,8213"] AM: “In realtà arrivavo – è proprio il caso di dirlo [Ride, N.d.R.] – da Campus Stellae: Sur les chemins de Compostelle (“Campus Stellae: Sulle strade di Santiago di Compostela”), una serie francese d’ambientazione medievale realizzata poco tempo prima. Ribelli, quindi, è il mio secondo “bimbo” in costume… [Risate, N.d.R.] Con Brian Wood siamo amici da un po’ e devo ammettere che è stato “facile”, nel senso che se hai un feeling con uno scrittore, tutto diventa smoother & easy peasy… Brian mi ha fornito un sacco di materiale e io, di contro, mi sono mosso di conseguenza. Devo dire che quel periodo e quella storia mi erano già parecchio familiari, non ero – come dire? – del tutto impreparato all’impresa! Per quanto riguarda il discorso grafico, è ricaduto tutto nelle mie mani, anche se sono sempre stato pronto a discutere e ad ascoltare suggerimenti per pervenire alle soluzioni migliori. Tutto il team creativo ed editoriale è stato di grandissimo supporto. Una figata lavorare così! MC: In rete e su FB si trovano delle divertenti fotografie di te che indossi cappelli del Settecento e impugni armi d’epoca. Quindi hai usato te stesso come modello per le scene che hai realizzato… [gallery link="file" size="medium" ids="8203,8204,8205"] AM: “Esatto, ho fatto qualche acquisto per rendermi conto da vicino di alcuni dettagli importanti. Inutile dire che è anche parecchio divertente: quindi, figuratevi! [Risate, N.d.R.]. Questo mio modo di ‘giocare’ con la documentazione ha fatto nascere diverse curiosità e ho ricevuto graditissime critiche positive per questo o quel dettaglio da persone che gestiscono musei, da militari, da appassionati della Rivoluzione americana. Mi ha fatto piacere, insomma, e nulla era studiato. Quando ti diverti le cose nascono poi da sole.” MC: Rispetto a diversi tuoi lavori precedenti si nota, in Ribelli, una tendenza del tuo tratto verso uno stile sospeso tra impressionismo e deformazioni espressioniste, fatto di linee sempre più sottili se non addirittura aperte e un sapiente impiego delle ombreggiature. Ci vuoi parlare del modo in cui si evolve il tuo approccio al lavoro di illustratore e di fumettista? [gallery link="file" size="medium" ids="8211,8214,8215"] AM: “Sono un tradizionalista di ferro! Non uso tavolette grafiche e tecnologie varie, se non le foto di riferimento per ombreggiature e ambienti. La cosa che più mi stava a cuore era rendere il clima del periodo, dove, per esempio, nessuno andava in giro pulito come se indossasse un costume da carnevale. Ho cercato di rendere la vita dell’epoca così come era, vale a dire durissima. Quindi, dopo il lavoro di layout, procedevo con le matite e poi con l’inchiostro, che diventava deciso o soft a seconda di cosa si stava raccontando. Il quarto capitolo si svolge in un ambiente di guerra, ricco di fumi e sangue, molto diverso dalla pace boschiva presente nelle altre parti della storia...” MC: Hai collaborato attivamente alla definizione dei colori di Ribelli oppure la colorista, Jordie Bellaire, ha proceduto in maniera autonoma? AM: “Credo che Jordie sia talmente brava da avere bisogno di poco per azzeccare i colori… Giusto due dritte qui e lì. Le tavole erano splendide al primo colpo!” [caption id="attachment_8206" align="aligncenter" width="640"]20 Jordie Bellaire[/caption] MC: In termini visivi sei sempre stato molto legato a uno stile “cinematico”. I tuoi disegni hanno fatto parte integrante di uno dei momenti più dinamici di un famoso videoclip dei Bluvertigo, Altre F.D.V, e, in ambito fumettistico, hai realizzato trasposizioni a fumetti legate ai film horror di Romero, al Mad Max di Miller, alle detective story della serie TV Castle, ai cicli di Star Wars e alla trilogia di Millennium scritta da Stieg Larsson, nel momento in cui i romanzi che la costituiscono venivano adattati per il Grande schermo. Che cos’è per te il cinema? AM: “Il cinema è ispirazione, intrattenimento, documentazione, curiosità: in una sola parola, una grande passione. È un mondo grandioso dove mi trovo spessissimo a vivere, e contamino tutta la famiglia con questa cosa…! Per fortuna ho un seguito che versa in condizioni quasi peggiori delle mie! [Ride, N.d.R.] La magia del cinema rimane intatta ed essenziale!” MC: Segui anche serie TV? AM: “Che fumettaro sarei altrimenti!” [Risate, N.d.R.] MC: In tal senso, che cosa ha attirato la tua attenzione negli ultimi tempi? Hai visto la miniserie Sons of Liberty, prodotta da History Channel, che parla proprio dei prodromi della Rivoluzione americana? [gallery link="file" size="medium" ids="8207,8208,8209"] AM: “Certo che l’ho vista. Niente male, anche se Turn: Washington’s Spies, sull’attività del Culper Ring, di fatto il primo servizio segreto americano, era di gran lunga migliore. Guarda, ho seguito e seguo davvero tanto: Il Trono di spade, Sons of Anarchy, The Americans, Black Sails, Fringe, Dexter, Homeland, Lost, Gotham, Flash, Arrow, Daredevil…Non ho limiti, ma ammetto che se dopo cinque o sei puntate una serie non mi acchiappa, ho il coraggio di smettere. Magari ci riprovo in seguito!” MC: Quali sono i tuoi prossimi progetti? AM: “Sto lavorando a una miniserie di un grande, se non addirittura mostruoso personaggio del cinema. Non posso svelare altro per ora. Inoltre sto disegnando, sempre su sceneggiature di Brian Wood, Rome West, una serie di genere ucronico appena annunciata da Stēla, una piattaforma di comics digitali diretti alla fruizione su apparecchiature mobili (tablet, smartphone, ecc.). Poi, be’, non posso sbilanciarmi per adesso.” MC: Ti piacerebbe tornare a lavorare per qualche editore italiano? AM: “Certo! sono rimasto in contatto con casa Bonelli, che è l’editore che mi ha cresciuto. Un ritorno all’italiana mi piacerebbe. Vedremo!” MC: Grazie per esserti intrattenuto con noi, Andrea! AM: “Alla prossima!”

Lupo Alberto – La fattoria MacKenzie

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Lupo Alberto apparve per la prima volta nelle edicole nel lontano 1973 e fin dalle prime apparizioni come comprimario è diventato la star di un periodico a suo nome nonché di bellissimi volumi antologici, oltre che protagonista di cartoni animati, videogame e di un merchandising impareggiabile, se paragonato a quello di altri celebri personaggi del fumetto italiano. V16_Superfum_LA2_FUM_001-008HR-1 Risale invece al 1978 la primissima serie a disegni animati (anzi, semi-animati) di Lupo Alberto, scritta e disegnata da Silver, e realizzata da Guido De Maria, Paolo Di Girolamo e Mario Di Bortoluzzi, con le musiche di Franco De Gemini. Lupo Alberto comparve per l’esattezza in tre episodi da sei minuti ciascuno a partire dalla terza stagione di Supergulp!. Era doppiato da Oreste Lionello, mentre la gallina Marta aveva la voce di Sandra Milo ed Enrico La Talpa quella di Franco Latini. V16_Superfum_LA2_FUM_001-008HR-5 All’interno del secondo volume dedicato a Lupo Alberto che sarà disponibile dall’8 Dicembre in edicola, libreria, fumetteria ed on line troverete la seconda selezione di tavole pubblicate in origine sul mensile omonimo nel 1987/88. V16_Superfum_LA2_FUM_001-008HR-7

Marvel Fact Files, le prossime uscite

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A tutti gli appassionati lettori “Marvel Fact Files”, Mondadori Comics annuncia in anteprima le date delle prossime uscite delle collana.
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“Historica”: “Roma”, dal mito di Troia ai misteri esoterici della suburra

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Tutto ha inizio nel XII secolo Avanti Cristo, quando le navi degli Achei provenienti dalla Penisola ellenica sbarcano sulle coste dell’Anatolia per cingere d’assedio la potente Troia. Qui due amici fraterni, il sacerdote Aquilon e il generale Leonidas, eroi osannati dai sudditi di re Priamo, incontrano due strane e misteriose sorelle, Tais e Atanea, provenienti dal deserto entroterra che, dopo averli sedotti fino a farsi condurre all’altare matrimoniale, li legano alla custodia di un arcano manufatto, il Palladio. [gallery link="file" columns="2" size="medium" ids="8257,8256"] A nulla servono i moniti della tragica e decaduta sacerdotessa Cassandra, che addita il nuovo idolo come latore di una terribile maledizione per l’intera discendenza troiana, da lì per tutti i secoli a venire: non solo Ilion cade tra le fiamme, devastato dalla furia dei greci penetrati all’interno delle mura cittadine grazie allo stratagemma del Cavallo di legno, ma Enea, principe sopravvissuto alla strage e ultimo superstite della stirpe di Priamo, conduce con sé il Palladio fino alla foce del Tevere. [gallery link="file" size="medium" ids="8276,8277,8278"] L’arrivo dei troiani sulle rive del Lazio rappresenterà, quindi, l’evento primigenio che – così come rievocato anche dal poeta Virgilio attraverso i versi immortali dell’Eneide porterà alla nascita di Roma. Ma l’ombra di Tais e Atanea – oscure custodi di un tremendo segreto che coinvolge uomini e divinitàcontinuerà ad aleggiare sui discendenti di Enea, Aquilon e Leonidas, condannando la futura Caput Mundi a una plurisecolare storia fatta di delitti, tradimenti, guerre e cadute. [gallery link="file" size="medium" ids="8279,8280,8281"] Questo è, in estrema sintesi, il concept su cui si basa Roma: La nascita della Città Eterna, una lunga epopea – suddivisa in tredici capitoli ambientati in epoche assai diverse e distanti della storia romanadi cui la collana “Historica” propone, in un unico volume – il trentottesimo, disponibile già da alcuni giorni nelle edicole, nelle librerie, nelle fumetterie e negli store online – i primi due episodi: La maledizione – dove si narra della rovina di Troia e del viaggio intrapreso da Enea verso l’Italia – e Vincere o Morire, collocato, invece, nel 218 a.C., all’epoca della Seconda guerra punica, quando le truppe di Annibale valicarono le Alpi facendo strage di intere legioni dell’Urbe. [caption id="attachment_8259" align="aligncenter" width="640"]2 La Roma dei Cesari interpretata graficamente da Chaillet © eredi Chaillet/Glenat[/caption] Quello di Roma è un progetto ambiziosissimo, ideato da uno dei più importanti disegnatori e sceneggiatori transalpini di fumetto con forti connotazioni storiografiche: il compianto Gilles Chaillet, nato il 3 giugno del 1946 e venuto improvvisamente a mancare nel settembre del 2011, lasciando un vuoto incolmabile nel panorama della bande dessinée. [gallery size="medium" ids="8258,8260,8261"] [shop id=62]Chaillet era parigino, ma si era formato alla corte della cosiddetta Scuola di Bruxelles, che aveva avuto come capostipiti i belgi Hergé, Edgar P. Jacobs e Jacques Martin e dalla quale era sorta la peculiare tendenza grafica del fumetto conosciuta come Linea Chiara. Fondamentale il suo contributo alla prosecuzione di serie come “Alix” e “Lefranc”, create dall’amico e mentore Martin. Impressionante la sua conoscenza della storia d’Italia antica e medievale, così come emerge dai sui capolavori: Gli scudi di Marte, avventura collocata all’epoca dell’imperatore Traiano (disegnata da Gine, è stata da noi pubblicata sul dodicesimo volume di “Historica”); La dernière prophétie (“L’ultima profezia”), epopea incentrata sul drammatico e progressivo dissolvimento dell’Impero Romano d’Occidente, e il lungo ciclo di Vasco, il cui protagonista è un giovane, irruente e affascinante rampollo di una ricca famiglia di banchieri senesi del XIV secolo. Senza contare l’imponente Nella Roma dei Cesari, opera di minuziosa ricostruzione cartografica, architettonica, di usanze e costumi dell’Urbe nel suo momento di massimo splendore. [caption id="attachment_8262" align="aligncenter" width="640"]Didier Convard Didier Convard[/caption] Dopo la morte di Chaillet, la saga di Roma sembrava destinata a non vedere mai la luce. Ma a impedirlo sono intervenuti alcuni tra i più importanti amici e collaboratori del cartoonist francese. In primis, lo sceneggiatore di fumetti (Neige, Finkel) e romanziere Didier Convard, che con Chaillet aveva collaborato sull’imponente affresco de Il Triangolo segreto – un thriller esoterico di grande successo le cui tematiche anticipavano di alcuni anni quelle poi portate alla ribalta internazionale dal bestseller Il Codice Da Vinci di Dan Brown – e Vinci, un mystery che punta i riflettori sulla figura di Leonardo Da Vinci e su un terrificante segreto che si nasconderebbe dietro a un’opera a lui attribuita. [gallery link="file" size="medium" ids="8263,8264,8265"] L’intervento di Convard ha, perciò, contribuito a permeare Roma di un alone misterico e soprannaturale che, però, lungi dal privare l’opera di rigore storico, riesce a proiettare il lettore contemporaneo in un immaginario pre-razionalistico, dove la comune interpretazione della realtà passava attraverso la pratica della magia e l’interpretazione di immagini e visioni simboliche. [gallery columns="2" link="file" size="medium" ids="8266,8267"] Ciò che risulta inquietante è che l’idea che Convard – affiancato dagli sceneggiatori Pierre Boisserie ed Éric Adamsviluppa a partire dalla traccia lasciata da Chaillet, rimanda per vie sotterranee alle cronache romane e, di conseguenza, italiane di questi mesi: quelle riguardanti l’inchiesta di Mafia Capitale; l’influenza del sottobosco malavitoso sui gangli del potere politico, economico e sociale su cui si regge Roma; la paralisi etica, morale e civile di una città che col trascorrere dei secoli non ha mai trovato pace, lacerata da lotte intestine e da interessi oligarchici. [gallery link="file" size="medium" ids="8268,8269,8270"] In effetti, la maledizione del Palladio – foriera di abominevoli incesti ed efferati fratricidi, come quello compiuto da Romolo, leggendario fondatore dell’Urbe, sul gemello Remo – giustificherebbe in qualche modo quella marea oceanica di odi, divisioni, atrocità e tormenti i cui effetti nefandi sono giunti inalterati fino ai nostri giorni, trovando in scrittori come Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini – autori di narrazioni epiche e tragiche come Romanzo Criminale, Nelle mani giuste e Suburra – degli efficaci cantori. E, considerando ciò che avviene nella realtà, si tratterebbe di una spiegazione per certi versi rassicurante e catartica. [gallery link="file" columns="2" size="medium" ids="8271,8272"] Come dicevamo più sopra, la saga di Roma si svilupperà in tredici capitoli che la Glénat pubblicherà a distanza di sei mesi l’uno dall’altro. Dal punto di vista produttivo, una periodicità assai breve e serrata per gli standard transalpini, che richiede la presenza di molteplici disegnatori. Nel volume appena pubblicato da Mondadori Comics – la quale prevede di proporre in tempo reale la serie in Italia – gli artisti impegnati sono Régis Penet, classe 1970, originario di Dieulefit, un paesino della regione Rodano-Alpi, e il genovese Luca Erbetta, talento nostrano impegnato attivamente sia con gli editori francesi che con quelli d’Oltreoceano. I layout e gli sketch eseguiti da Penet ed Erbetta per la preparazione di Vincere o Morire arricchiscono l’appendice del trentottesimo numero di “Historica”, rendendolo ancora più prezioso e impedibile. [gallery link="file" size="medium" ids="8282,8283,8284"]

I Maestri Inquisitori 1: Obeyron & Sasmaël, ventisettesimo volume della collana Fantastica

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Mondadori Comics presenta “I Maestri Inquisitori 1: Obeyron & Sasmaël” di Olivier Peru, Pierre-Denis Goux, Nicolas Jarry e l’italiano Paolo Deplano. Si tratta del primo di tre volumi che verranno pubblicati nel 2016 all’interno della collana FANTASTICA. Il primo volume contiene i primi due albi della serie “Les Maîtres Inquisiteurs ” editi da Soleil nel 2015. Il volume è in distribuzione nelle edicole, fumetterie, librerie e on line dal 29 aprile 2016.

La Storia

Anno 1150. Il Caos, il conflitto che per mille anni ha messo a ferro e fuoco le terre d’Oscitania, è terminato. Gli atti criminosi avvenuti di nascosto durante la guerra vengono poco alla volta alla luce del sole. Assassinii, ricatti, rapine, oltraggi, vizi, conflitti commerciali. Per fare in modo che la legge abbia la meglio sul crimine, i Maghi, portatori di pace, hanno creato un ordine: I Maestri Inquisitori.

L’Impero Azteco – I presagi di Montezuma, quarantatreesimo volume della collana Historica

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Mondadori Comics presenta il quarantatreesimo volume di Historica, “L’Impero Azteco – I presagi di Montezuma” di Jean-Yves Mitton, in distribuzione nelle edicole, fumetterie e librerie e on line dal 6 Maggio 2016 a 12,99 euro.

La Storia

All’ inizio del XVI secolo viene incoronato “Imperatore” della città di Tenochtitlán Montezuma II, della casta dei sacerdoti. È il periodo di massima espansione di quello che verrà definito Impero Azteco, essenzialmente una confederazione di città stato tenute insieme da una labile storia comune e da una sanguinaria religione imposta dalle caste superiori. Ma Montezuma è un sovrano superstizioso che vede presagi di fine ovunque e si convince che il destino degli aztechi è ormai segnato. Gli ultimi anni dell’Impero Azteco sono qui raccontati attraverso la testimonianza della bella indigena Maiana, inizialmente semplice prigioniera da sacrificare, poi amante dell’imperatore e infine del condottiero spagnolo Cortés, inviato da Carlo V di Spagna a conquistare il Messico e le sue immense ricchezze.

I Maestri Inquisitori 2: Nikolaï & Mihaël, ventottesimo volume della collana Fantastica

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Mondadori Comics presenta “I Maestri Inquisitori 2: Nikolaï & Mihaël”di Jean-Luc Istin, Augustin Papescu, Nicolas Jarry e Jean-Paul Bordier. Si tratta del secondo di tre volumi che verranno pubblicati nel 2016 all’interno della collana FANTASTICA. Il primo volume, pubblicato il 29 Aprile 2016 conteneva i primi due albi, mentre il secondo volume contiene i secondi due albi della serie “Les Maîtres Inquisiteurs” editi da Soleil nel 2015 e nel 2016. Il volume è in distribuzione nelle edicole, fumetterie, librerie e online dal 25 Maggio 2016.

La Storia

Anno 1150. Il Caos, il conflitto che per mille anni ha messo a ferro e fuoco le terre d’Oscitania, è terminato. Gli atti criminosi avvenuti di nascosto durante la guerra vengono poco alla volta alla luce del sole. Assassinii, ricatti, rapine, oltraggi, vizi, conflitti commerciali. Per fare in modo che la legge abbia la meglio sul crimine, i Maghi, portatori di pace, hanno creato un ordine: I Maestri Inquisitori.

Operazione Overlord – Commando Kieffer, quarantaquattresimo volume della collana Historica

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Mondadori Comics presenta il quarantaquattresimo volume di Historica, “Operazione Overlord – Commando Kieffer” di Bruno Falba, Christian Dalla Vecchia e Davide Fabbri in distribuzione nelle edicole, fumetterie e librerie e online dal 3 Giugno 2016 a 12,99 euro.

La Storia

D-Day, gli alleati assaltano le coste della Normandia, nel più grande sbarco anfibio che l’uomo ricordi. Lo scopo è liberare il continente europeo dal nazismo, e la Francia è la prima e decisiva tappa. A ottenere di essere tra i primi a sbarcare, il n°1 French Troop, unità francese fondata e guidata da Philippe Kieffer, e facente parte del commando n° 10 interalleato. Ma anche i ranger americani fecero la loro parte, riuscendo a conquistare e tenere Pointe du Hoc, da dove i tedeschi avrebbero potuto cannoneggiare e annientare le unità alleate dirette verso Omaha Beach.
“Due categorie di uomini possono restare: quelli che sono morti e quelli che moriranno!” Generale Norman Cota“

STURMTRUPPEN DIARIEN – Agenda 2016-2017

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Finalmente, con Mondadori Comics, arriva nelle edicole l’inedito “Sturmtruppen Diarien – Agenda 2016 2017”. Lo sgangherato esercito creato dal mitico Bonvi si prepara a travolgervi con una carica di buonumoren. Per tutti coloro che amano le avventure di questo esilarante esercito di soldati tedeschi che parlano un improbabile “tedeschese” è stata creata ad hoc l’agenda da 11 mesi (settembre 2016 – luglio 2017), da 360 pagine, ricca di citazioni, giochi e skede tekniken dei personaggi. Inoltre all’interno delle pagine sono stati inseriti disegni e vignette inediti della serie che è diventata sinonimo per eccellenza della satira antimilitare, spesso caratterizzata da umorismo anche feroce. Un umorismo che non mostra alcun segno del tempo per una critica alla follia della guerra, di grandissima attualità. “Sturmtruppen Diarien – Agenda 2016 2017”, unica per formato, è distribuita in tutte le edicole, fumetterie e librerie dal 7 Giugno 2016 a € 10,90. L’agenda in edicola sarà acquistabile con Tv Sorrisi e Canzoni, Gazzetta e Corriere della Sera. sturmagenda Sturmtruppen © Bonvi / Eredi Bonvicini https://www.facebook.com/Sturmtruppen.bonvi/ www.bonvi.it

Sturmtruppen, inediti e grandi novità negli ultimi numeri della raccolten!!!

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Mondadori Comics insieme all’Archivio Bonvicini ha grandi novità per gli ultimi quattro volumi della collana “Sturmtruppen”.

Bisogna sapere che…

Bonvi, il grande maestro dei comics autore dell’esercito delle Sturmtruppen, ha pubblicato con regolarità i suoi soldaten in Italia sul periodico a loro dedicato fino al dicembre 1994, ovvero fino al n. 69, l’ultimo della testata, sul quale le tavole della serie terminano con la numero 5579. Nel 1995 Bonvi in Italia si dedicherà ad altri lavori: sceneggiature per Bonelli, illustrazioni per il libro Ali Babà, “Leggende Urbane” per Comix… L’autore ha continuato regolarmente comunque per tutto l’anno le vicende del suo esercito sul periodico “Die Sturmtruppen”, in Germania, che proseguì le pubblicazioni con successo. La morte improvvisa di Bonvi, avvenuta il 9 dicembre 1995, interrompe la sua produzione alla tavola 5865. Quindi 286 tavole delle Sturmtruppen rimanevano inedite in Italia alla scomparsa del loro autore. Nei vent’anni trascorsi dopo la sua morte, non era mai stato ripubblicato tutto il “corpus” completo delle Sturmtruppen, come invece viene fatto ora con la “Raccolten” di 40 volumi in edicola da novembre scorso, edita da Mondadori Comics. [gallery columns="2" link="file" size="medium" ids="8503,8504"] Nel grande lavoro di archiviazione di tutto il materiale di Bonvi curato dalla figlia Sofia negli scorsi due anni, sono emersi gli originali di 195 tavole che si sono scoperte inedite e che per la prima volta saranno pubblicate nei volumi 37-38-39 della “Raccolten” di Sturmtruppen in edicola rispettivamente l’8 luglio, il 15 luglio e il 22 luglio 2016 al prezzo di 4,90 euro. Anche il volume 40 della “Raccolten”, in edicola il 29 Luglio 2016 anch’esso al prezzo di 4,90 euro sarà arricchito da rarità e inediti! s.t.5679 s.t.5681 s.t.5852 s.t.5854
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