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Le discussioni ruotanti intorno a
Fin dove arriva il mattino – il volume che ha chiuso, dopo vent’anni, la parabola narrativa, artistica ed esistenziale di
“Ken Parker” – non sono ancora scemate.
Il cinquantesimo numero dell’edizione cronologica dedicata all’eroe western creato a metà degli anni Settanta dallo sceneggiatore
Giancarlo Berardi e dal disegnatore
Ivo Milazzo, è stato, infatti, in grado di generare
reazioni molto forti.
Inevitabile, visto che
Fin dove arriva il mattino possiede un piglio violento e modernissimo, degno di
western crepuscolari come il film
Gli spietati di
Clint Eastwood o
la serie TV Deadwood, prodotta dalla
HBO.
“
Ken Parker” nell’
edizione settimanale deluxe voluta da
Mondadori Comics, aspirava, insomma, a essere
definitiva sotto tutti i punti di vista, sia sul piano tecnico – proponendo, tra l’altro,
revisioni di testi e disegni volute dagli autori in persona per correggere errori e ingenuità del passato – che su quello narrativo, ponendo la parola
“fine” a una storia rimasta in sospeso per troppo tempo.
Tuttavia, in corso d’opera, e nonostante
il lusinghiero successo riscosso dalla collana, è apparso evidente che il costo dei singoli albi (sebbene nient’affatto eccessivo considerando dimensioni, foliazione e livello qualitativo) messo in rapporto con la serrata periodicità settimanale, stava escludendo una potenziale e non trascurabile fetta di pubblico.
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Una platea composta da lettori magari meno interessati a un’edizione critica e di prestigio – pensata per esaltare ulteriormente
il valore assoluto di una serie storica, già forte di quarant’anni di trionfi – e orientati verso un prodotto un po’
più economico e maneggevole, adatto per una
fruizione disimpegnata, nei momenti di relax e di tempo libero o durante i break dal lavoro.
“
Ken Parker Classic” – questo il titolo della nuova collana che esordirà
domani, 9 luglio, nelle edicole, per poi giungere nelle librerie, nelle fumetterie e negli store online – si rivolge, inoltre, agli appassionati che avrebbero voluto ritrovare il loro fumetto preferito con
un logo e un format simili a quelli della mitica prima serie lanciata dalla Cepim (antesignana dell’attuale Sergio Bonelli Editore) nell’ormai lontano
1977.
Ma cerchiamo di andare nel dettaglio.
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!["Le colline sacre" © Mondadori Comics Berardi/Milazzo]()
"Le colline sacre" © Mondadori Comics Berardi/Milazzo[/caption]
Il format: è l’
F423, lo stesso già sperimentato da Mondadori Comics, riscuotendo un notevole interesse, su testate come la fantascientifica
“Hammer” e la spionistica
“Empire USA” e che caratterizzerà, tra qualche mese, anche il reboot a colori di
“Kriminal”. una dimensione di
18 x 23,5 cm., quindi, ovvero,
un albo più alto e largo di un classico “bonelliano” (se vogliamo usare un termine gergale ormai entrato nell’uso comune).
Un volumetto di 96 pagine che contribuirà a rendere più spettacolari e “widescreen” le tavole dei disegnatori chiamati di volta in volta a illustrare le gesta di Ken Parker.
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!["Chemako, colui che non ricorda" © Mondadori Comics Berardi/Milazzo]()
"Chemako, colui che non ricorda" © Mondadori Comics Berardi/Milazzo[/caption]
Le storie:
si riparte dal numero 1, Lungo fucile, per proseguire in maniera
cronologica. Ogni albo conterrà
una singola storia, esattamente come accadeva in origine. Ognuno potrà, perciò, tornare a seguire la straordinaria e, per certi versi, magica vita di
un personaggio che si evolve, cresce ed invecchia come una persona reale.
Un’epopea americana che – al netto dei flashback sul passato del protagonista – prende il via nel
dicembre del 1868 per concludersi nel
1908, con molteplici cambi di scenari e di paesaggi: dalle
vallate del Montana al caldo
sud della California, dalle
rive del Mississippi alle
gelide terre del Canada, dai
ghiacci polari dello Stretto di Bering alle
frenetiche città della Costa Est.
La tranche di partenza comprende capolavori indimenticabili come
Mine Town, I gentiluomini, Omicidio a Washington, Chemako, Sotto il cielo del Messico, Colpo grosso a San Francisco. Ma le pietre miliari della prima, lunga stagione di “Ken Parker” sono innumerevoli, da
La ballata di Pat O’Shane a
Casa dolce casa, da
Lily e il cacciatore ad
Adah, da
Storie di soldati a
Sciopero.
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E una volta terminate le avventure da 96 pagine si proseguirà con quelle
originariamente apparse su rivista, tra le quali spiccano gioielli come
Un principe per Norma,
L’eterno vagabondo,
Métis,
Un soffio di libertà,
I condannati,
Faccia di rame, per giungere infine al
controverso Fin dove arriva il mattino.
La periodicità:
settimanale, come richiede ormai qualsiasi fruizione moderna. Quella mensile, in un’epoca di rivolgimenti epocali che avvengono nel giro di poche ore, è una scansione troppo diluita nel tempo. Quella quindicinale è un ibrido che non consente di memorizzare al meglio l’appuntamento con ogni nuova uscita.
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!["Storie di soldati" © Mondadori Comics Berardi/Milazzo]()
"Storie di soldati" © Mondadori Comics Berardi/Milazzo[/caption]
A ben vedere,
quella settimanale è una scelta che si avvicina molto all’idea contemporanea di serie TV, così come teorizzato, per esempio, dai vertici del
network statunitense Netflix attraverso prodotti narrativi come
House of Cards o
Daredevil,
le cui stagioni vengono rese addirittura subito disponibili in un’unica soluzione agli spettatori.
Il prezzo:
3 euro e 50, in linea con altre, analoghe iniziative editoriali ed
estremamente conveniente. L’equivalente di una colazione con cappuccino, caffè e cornetto al bar, una volta alla settimana, o di una confezione di corn flakes e un litro di latte acquistati al supermercato.
14 euro totali al mese per 4 albi: circa 400 pagine complessive per un costo inferiore a quello di due biglietti per il cinema.
Gli autori:
Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo, ovviamente, coadiuvati, nel tempo, da sceneggiatori del calibro di
Alfredo Castelli, Tiziano Sclavi, Maurizio Mantero e da un
dream team di disegnatori costituito da
Giancarlo Alessandrini, Bruno Marraffa, Giorgio Trevisan, Carlo Ambrosini, Sergio Tarquinio, Renato Polese, Giovanni Cianti, Renzo Calegari, Vincenzo Monti, Giampiero Casertano, Giuseppe Barbati, Pasquale Frisenda, Goran Parlov, Laura Zuccheri, Massimo Bertolotti, Luca Vannini, Giovanni Freghieri e José Ortiz. Un ensemble che, nell’arco di vent’anni, ha contribuito
a cambiare la sintassi e il linguaggio del fumetto popolare italiano.
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Bene,
Ken Parker sta per montare ancora una volta in sella al suo cavallo, imbracciando il suo fedele
fucile Kentucky ad avancarica. E vi attende per raccontarvi la sua esistenza, da uomo che ha sempre cercato di fare la cosa giusta, sognando un mondo migliore.